«Per troppi anni l'Italia ha buttato via fondi europei. Anche perché la riforma del titolo V e l'eccessiva frammentazione burocratica hanno impedito di...
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«Firmiamo degli accordi con le singole regioni e con le principali città del sud. Impegni scritti, reciproci. Così noi controlliamo loro, loro controllano noi: e i cittadini controllano entrambi -prosegue il premier-. Si scrive cosa, quando, come, perché. Siamo partiti dalla Campania, regione strategica. Ci siamo presi impegni per Bagnoli, per la Terra dei Fuochi con le ecoballe, per le infrastrutture strategiche a cominciare dalla Napoli Bari, per Caserta e Pompei (a proposito: sono stato in visita qualche giorno fa. I lavori continuano e la situazione è sempre più esaltante. Domani apre il centro visite. Il 14 maggio la mostra di Mitoraj) e per molto altro».
«Non tutto sta nel patto firmato con Enzo De Luca domenica scorsa in Prefettura - scrive ancora Renzi -.
«Il 25 aprile in Italia è la festa della libertà. Quindi una festa bellissima. Purtroppo quest'anno - più del solito - qualche soggetto inqualificabile ha provato a farla diventare una rissa» prosegue Renzi nella sua enews. «A Milano hanno cercato come in passato di cacciare la Brigata ebraica dal corteo: onore a quella Brigata che ha lottato per la nostra libertà. E bravi ai ragazzi dei Giovani democratici di Milano che hanno fatto da cordone durante il corteo -continua il premier-. A Napoli esponenti di una lista civica locale hanno insultato e costretto a lasciare il corteo la candidata sindaco del Pd Valeria Valente: gente che pensa di poter prendere in ostaggio il 25 aprile, non rendendosi conto che la festa della libertà è per definizione il luogo meno adatto per squallidi atti di intolleranza». «Ma mi ha colpito anche una consigliera comunale di Firenze, del movimento 5 Stelle. Ha detto che il 25 aprile è «un giorno di lutto nazionale perché, l'Italia è nuovamente occupata da gente malvagia e senza scrupoli, molto peggio che nel Novecento». Che toni allucinanti - scrive ancora Renzi -. E dire che noi facciamo di tutto per rispettare gli avversari e per fare del 25 aprile la festa di tutta l'Italia libera e liberata. Ma quando l'odio per gli avversari supera anche il senso del ridicolo ci rendiamo conto che non c'è che una cosa da fare: continuare a lavorare tenacemente, per fare dell'Italia un paese civile con maggioranza e opposizioni che si confrontino senza insultarsi. Continueremo a fare di tutto perché ciò accada». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino