Reperti sequestrati, accordo tra il Mann e la Procura

Obiettivo: 'liberare' dai sigilli le centinaia di opere d'arte e reperti recuperati nella lotta al traffico illecito

Il museo napoletano
'Liberare' dai sigilli le centinaia di opere d'arte e reperti sequestrati nella lotta al traffico illecito che giacciono nei depositi e restituirli allo studio e...

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'Liberare' dai sigilli le centinaia di opere d'arte e reperti sequestrati nella lotta al traffico illecito che giacciono nei depositi e restituirli allo studio e alla fruizione pubblica: è l'obiettivo del progetto pilota nato dall'accordo tra Museo Archeologico di Napoli e Procura di Napoli, con il supporto dell'Università degli studi di Napoli Federico II. Firmato dalla procuratrice Rosa Volpe per la Procura napoletana, (Pierpaolo Filippelli procuratore aggiunto coordinatore del gruppo tutela beni culturali e sostituto procuratore Vincenzo Piscitelli), e dal direttore del Mann Paolo Giulierini, l'accordo ha formalizzato 'buone prassi' già in essere da un anno con l'avviato monitoraggio di 279 fascicoli riguardanti beni affidati in custodia al Mann dal 1969 al 2017.

Le attività previste dal protocollo consentiranno alla Procura di Napoli, d'altro lato, di ricostruire e aggiornare la mappa geocriminale delle condotte di aggressione ai beni culturali al fine delle ulteriori indagini. «Il progetto speciale restituirà un patrimonio di prim'ordine alla comunità civile e agli studiosi, permettendo di realizzare esposizioni, pubblicazioni - spiega Giulierini -. Credo però che la novità assoluta potrà giungere dalla spiegazione del perchè si sono verificati tali episodi, dell'esemplificazione delle gerarchie di tutti quegli anelli della catena, dai bracci operativi ai potenti quali porto di arrivo della merce. Magari con la compiacenza di alcune case d'asta o musei». La Federico II è impegnata con l'Area di ricerca di «Diritto europeo e circolazione internazionale dei beni culturali» Laboratorio su Management, Diritto, Educational nel Cultural Heritage ( L.U.P.T.), al lavoro Daniela Savy (responsabile dell'area di ricerca) Ivana Gallo e Maria Giada Barrella.

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Il Mattino