Chiaia, l'ex salotto buono sfregiato da buche, rifiuti e degrado

Chiaia, l'ex salotto buono sfregiato da buche, rifiuti e degrado
Il salotto di Napoli è circondato dalle auto. Ha le fioriere rotte o vuote, aree verdi e giardini abbandonati. Poi c'è la Villa comunale, aperta per metà....

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Il salotto di Napoli è circondato dalle auto. Ha le fioriere rotte o vuote, aree verdi e giardini abbandonati. Poi c'è la Villa comunale, aperta per metà. Le statue imbrattate e i rifugi di fortuna dei senzatetto. Il volto di Chiaia appare diverso, e spento, nonostante le luminarie: senza più negozi storici e piccoli esercizi di quartiere, con più fast food, bar e locali specializzati nella ristorazione. E tante altre piccole questioni restano irrisolte, e appaiono grandi da questo punto centrale di osservazione.

 
La viabilità è al primo punto. «Ogni quindici giorni laviamo le pareti ma diventano nere, a causa delle polveri sottili. Basta spalancare la porta e l'aria irrespirabile a qualsiasi ora», dice Ciro Pezzella, sfiorando il muro con un dito: da ventuno anni è il gestore di una lavanderia in via Vannella Gaetani, lì dove fermarsi è impossibile, ma a pochi metri le vetture sono parcheggiate sullo spartitraffico. Non bastasse, la strada che collega via Morelli con piazza Vittoria è piena di buche e rappezzi, divisa tra asfalto e sampietrini. «Al centro, i binari del tram sono rialzati, e quindi pericolosi, soprattutto quando piove: i centauri slittano, cinque o sei cadono per ogni temporale», interviene il barbiere Fabio Bruno, indicando la targa in memoria di una ragazza, vittima della strada: è dedicata «a Katia, a te che eri luna ragione di vita con il tuo sorriso dolce e sincero, sei ora la nostra speranza». Qualche metro più in là, un paletto è deformato: «Testa coda sulle strisce pedonali, la scorsa settimana», chiarisce Pezzella. E anche il Baroq in piazza Vittoria, inaugurato da due mesi al posto di una galleria d'arte, conservando nella sala dipinti e altre opere, è tormentato dai veicoli, anche in doppia fila, come fa notare l'amministratore Roberto Gargano, che vorrebbe allargare a sue spese il marciapiede per avere un po' di respiro.

Poggiando il gomito sul bancone, Claudio De Magistris, suo socio nonché fratello minore del sindaco e segretario regionale di DemA, ribadisce: «Con l'imminente la riqualificazione del lungomare e gli interventi eseguiti alla Riviera di Chiaia, è un peccato che una piazza così importante sia assediata dalle auto». Lì vicino, gli spazi per la sosta dei motorini sono dissestati, i sampietrini sparsi ovunque.

«È così anche davanti alla mia bottega», dice Maurizio Marinella, con il figlio Alessandro alla guida del negozio di cravatte, simbolo di raffinatezza e gusto e identico a cento anni fa, con i mobili antichi, l'armadio che diventa camerino, il bagno nascosto dietro un espositore, le vetrine tonde.

«In piazza Vittoria mantenere il decoro è un'impresa impossibile», aggiunge Marinella, spiegando di avere oggi appuntamento con il vicesindaco per discutere della sua aiuola. «L'ho adottata quattro anni e mezzo fa, ma ultimamente mi sono arreso all'inciviltà: non ce la facevo più a litigare con i padroni dei cani che non prestavano affatto attenzione a quello che avrebbe dovuto essere un messaggio positivo, a impegnarsi tutti». E le altre aree verdi si distinguono per condizioni peggiori. Erbacce, piante senza cura, rami caduti, palme ingiallite in piazza Vittoria. «Tutto l'anno ci sono blatte e topi», avverte Bruno. In Villa comunale, vicino alle giostre, si vedono i primi tronchi tagliati, avvolti dal nastro bianco e rosso. «I tanti alberi abbattuti andrebbero sostituiti e, se si esclude la zona dell'acquario, è impossibile camminare senza sporcarsi», dice amareggiato Gennaro D'Amato, medico pneumologo e abitante del parco Sirignano. «Un ostinato frequentatore del parco», si definisce, spiegando «che viene evitato da numerosi stimati professionisti e amici, perché ritenuto pericoloso». I motivi sono diversi. Un esempio. «Cani di grossa taglia, senza museruola, vengono lasciati liberi alle prime luci del giorno: uno ha morso un'avvocatessa mentre faceva jogging, l'altra settimana. E così nessuno pratica più sport in Villa comunale, un tempo anche luogo di ritrovo e che oggi non merita, per la sua storia e la città, tutto questo degrado». L'analisi è condivisa. «Qui non si riesce a organizzare nemmeno un picnic per via degli escrementi di cane che nessuno rimuove», si sfoga Tania Morziello, casalinga 36enne di Santa Lucia, che richiama all'ordine il figlio di due anni e quattro mesi. «No, non è un posto per bimbi piccoli», continua, ricordando che «diversi giochi non ci sono più perché i ragazzi che marinano la scuola distruggono tutto, ma non vengono puniti. Così i venditori abusivi che mostrano i giocattoli direttamente ai piccini, costringendo di fatto i genitori ad acquistarli». Gli ambulanti non mancano lungo la passeggiata pedonale, pronti a sposarsi appena arrivano i vigili. Le fioriere sono tutte (eccetto una) trasformate in pattumiere e, accanto cestini, le buste dei rifiuti differenziati sono ammassate prima del tramonto.


«In piazza Carolina i dissuasori sono guasti da più di un anno e i parcheggiatori abusivi gestiscono la sosta», dice Salvatore Senese, presidente del centro commerciale Chiaia, ed ex fioraio. «Si contano sulle dita delle mani, tra i 120 negozi, quelli presenti da più generazioni». Chiudono salumerie, macellerie ed esercizi di quartiere, tre alimentari solo in vico Tiratoio, sostituiti da attività più redditizie. «Confrontando la situazione con altri quartieri, non possiamo, però, lamentarci», sentenzia il farmacista Fulvio Di Maggio, promuovendo sicurezza e pulizia. «I controlli sono costanti», gli fa eco Luigi Bove, il portiere di Palazzo Caravita Sanchez de Leon, che segnala «solo qualche ubriaco». Vicino alla Feltrinelli, sotto i portici di via Morelli, ma anche nei pressi della galleria, è un tappeto di materassi, rifiuti, vetri, cartoni. Il salotto della città è anche camera da letto dei senzatetto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino