Lello Arena: «Felice di restare a Napoli, oggi vedo tanta bellezza»

Il direttore artistico: «C'è un clima diverso rispetto al passato, in tanti scelgono la città per ciò che offre»

Lello Arena
È stato un agosto napoletano di lavoro intenso, per Lello Arena. Da direttore artistico e anima di "Restate a Napoli", il programma di spettacoli organizzato...

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È stato un agosto napoletano di lavoro intenso, per Lello Arena. Da direttore artistico e anima di "Restate a Napoli", il programma di spettacoli organizzato dall'amministrazione comunale a piazza del Plebiscito, con 24 show in 8 giorni ha avuto poco tempo per sé. Eppure può raccontare di una città in festa, un luogo che sta finalmente esprimendo la sua vocazione all'ospitalità e all'intrattenimento, e non si riferisce solo alla rassegna che dirige e che domani chiude: «Vedo i set in attività, guardo le migliaia di turisti in giro, i musei aperti: sì, la nostra città è diventata ciò che ambiva a essere da tempo, un posto che accoglie e che dà bellezza» dice l'attore napoletano.

Stasera, per Ferragosto, "Restate a Napoli" ha come momento clou il concerto di Roberto Colella, leader di "La Maschera" che per questa occasione si esibisce in solitaria; domani la chiusura con la stand up comedy di Vincenzo Comunale e "tante altre sorprese. Anticipo l'incursione di Francesco Cicchella e che molto probabilmente salirò anche io sul palco».

Arena, che agosto è stato?
«Un agosto napoletano speciale, in tutto. Un clima fantastico, con serate fresche e una brezza profumata di mare a benedire i nostri spettacoli. Un agosto passato tra artisti e pubblico, tra turisti e lavoratori, insomma un periodo ideale per me. Ogni serata un bagno di folla, tra gli altri momenti ho nel cuore l'arrivo di Isa Danieli a cui gli spettatori hanno tributato una standing ovation, lei li ha ripagati con la sua arte magnifica».

Lei certo non può dire di aver visto una città svuotata.
«Per niente. Ho vissuto una settimana continuamente in compagnia, circondato da 10mila spettatori al giorno, almeno 200 artisti, tra gli ospiti della kermesse e chi ha frequentato l'accademia "Cioè", e altri 300 come preziose maestranze. Un vanto è che questa rassegna dia lavoro a tanta gente, più l'indotto prodotto dal pubblico che circola tra la piazza e le vicinanze. Credo che questo splendido teatro all'aperto vada valorizzato 365 giorni l'anno».

Che città ha trovato?
«Una Napoli molto felice, piena di facce allegre. Come se agosto e l'estate qui abbiano svolto al meglio la loro funzione, regalando a tutti noi una città che si mette nell'abito migliore, scintillante».

Una cosa che ha notato di diverso dal solito?
«La gioia lavorativa. Certamente chi è impegnato nel proprio mestiere ci mette serietà e fatica, ma in questo momento dell'anno ho potuto incontrare prevalentemente volti e sentimenti positivi. Al di là della nostra rassegna è stato un periodo in cui ti potevi imbattere nelle troupe cinematografiche che stanno producendo i prossimi capolavori, dai set diretti da Paolo Sorrentino a quelli di Vincenzo Salemme e altri; questo rende l'atmosfera elettrica, frizzante, ti viene voglia di girare. Insomma è una città profondamente cambiata perché è mutato l'assetto della gestione della città: l'amministrazione sta facendo tanto, non era scontato capire che tra le tante urgenze ci fosse quella di fornire arte, cultura e spettacolo ai cittadini».

Come è la sua giornata?
«Dormo in albergo a pochi metri dalla piazza, mi sveglio e vado a lavorare. Se devo fare una commissione a via Toledo devo fare lo slalom tra i turisti. Ancora mi fanno un certo effetto: prima si usava Napoli come punto di appoggio per andare altrove, oggi è la città stessa la meta privilegiata e questo cambia radicalmente le dinamiche cittadine. Sento che la comunità è diventata più rispettosa e gentile, e questa politica di ospitalità sta pagando, non solo in termini di denaro che gira».

Dunque è felice del boom di turisti.
«Chiaramente sì. Oltre che un volano per l'economia, è il segnale di una città finalmente internazionale. Un esempio sono i tanti stranieri che provavano ad assistere al concerto di Walter Ricci che difficilmente si esibisce a Napoli. Ma la gratuità della manifestazione offre un servizio anche agli abitanti: chi per motivi di lavoro o di scarsa disponibilità non lascia Napoli ha l'occasione di vedere spettacoli senza dover sborsare le cifre enormi che di solito cartelloni di questo tipo comportano».

Che ricordi ha della Napoli d'agosto di quando era giovane?


«Belli comunque. La città si svuotava e noi, che eravamo un gruppo vispo, ne approfittavamo per i giri sul "carruociuolo", la vettura costruita con assi di legno e i cuscinetti a sfera donati da un meccanico amico. Scendevamo da Piedigrotta verso il mare, poi si andava a Posillipo per i tuffi dagli scogli o per sentire le storie dei fantasmi di palazzo Donn'Anna, oppure a Mergellina sulla mitica "Mappatella beach". Mi fa impressione che oggi sia diventata una meta turistica, ma è il simbolo di una città che tra bellezza, semplicità e occasioni di svago da sempre offre tanto. A me ha dato tutto, spesso sento il dovere di ricambiare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino