Napoli, l'appello di una vittima di revenge porn: «Via i miei video dai social»

Napoli, l'appello di una vittima di revenge porn: «Via i miei video dai social»
Da circa due anni rispuntano quei video ripresi mentre compie atti sessuali con il proprio ex fidanzato, usati per denigrarla. E lei ricade in un incubo senza fine, che la tiene...

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Da circa due anni rispuntano quei video ripresi mentre compie atti sessuali con il proprio ex fidanzato, usati per denigrarla. E lei ricade in un incubo senza fine, che la tiene sospesa in una specie limbo. Era minorenne la giovane vittima di «revenge porn» quando quelle immagini furono diffuse su una chat di WhatsApp. A distanza di tutto questo tempo, e malgrado le innumerevoli istanze dei suoi avvocati per chiedere il diritto all'oblio, quei video tornano ciclicamente a diffondersi.

La giovane, che abita nella provincia di Napoli, è ormai allo stremo, come la sua famiglia. E.C., queste sono le sue iniziali, qualche giorno fa è tornata sotto choc. Il terrore è tornato ad assalirla perché questa volta su Instagram sono stati nuovamente diffusi quai video. Il noto social, nonostante innumerevoli segnalazioni e diffide presentate dall'avvocato civilista Roberta Fogliamanzillo, continua a negare la rimozione dei gruppi sui quali le immagini viaggiano, rispondendo che gli account non violerebbero le linee guida della loro community.

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Secondo il penalista della famiglia, l'avvocato Sergio Pisani, «il fatto, di per sé gravissimo, diviene ancor più grave per la condotta omissiva di chi avrebbe l'obbligo di controllo e quindi di immediata rimozione di questi contenuti». Per Pisani «va immediatamente creata l'identità certificata dei profili, è evidente, ormai, che non si può perdere altro tempo. Altrimenti si rischia un nuovo caso come quello di Tiziana Cantone». La famiglia, per l'ennesima volta, fa quadrato intorno alla ragazza, per difenderla e questa volta, con l'avvocato Pisani, annuncia di voler chiedere il sequestro del social perché i responsabili, negando reiteratamente le loro richieste, «si rendono corresponsabili di un gravissimo reato: il revenge porn».

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Il Mattino