«Addio sangiorgesi, questa sera mi ammazzo». Lo scioccante messaggio compare poco le 22 di martedì su un gruppo social cittadino e mette da subito in allarme...
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IL RICATTO
Ma quello che inizialmente era sembrato un annuncio estremo dettato dalla solitudine, qualche ora dopo assume contorni ben più inquietanti: a spaventare il 40enne sarebbe stato infatti un caso di «revenge porn», un ricatto sancito come reato da un emendamento approvato - ironia della sorte - proprio martedì alla Camera. Ferdinando si è recato ieri mattina in questura per denunciare l’accaduto. L’uomo è stato infatti adescato in rete da una sedicente 25enne che l’aveva convinto in pochi giorni a portare le conversazioni su argomenti sempre più osé, con tanto di filmati in web cam e chiacchierate divenute decisamente «bollenti». Quella che sembrava una chat privata si è trasformata però in un boomerang per Ferdinando, quando martedì la ragazza ha avanzato una richiesta ben più audace. «Voglio 1.500 euro», scrive di punto in bianco, «o i tuoi messaggi finiranno su tutti i gruppi».
Dopo l’iniziale diniego dell’uomo, la replica di Serena - questo il nome del profilo dietro cui gli investigatori ritengono celarsi un’intera gang specializzata in questo tipo di truffe - passa direttamente ai fatti: «So dove abiti, se non paghi manderò qualcuno da te stasera stesso». La vergogna per la reputazione compromessa, il mondo che gli crolla addosso in un istante. È a questo punto che la frustrazione di Ferdinando sfocia nella minaccia affidata ai social, fortunatamente esorcizzata dall’intervento di concittadini e poliziotti.
«I due agenti intervenuti per salvarmi sono come angeli custodi», ha affermato ancora commosso il 40enne, che ha deciso ieri pomeriggio di sdebitarsi nei confronti delle forze dell’ordine, facendo recapitare di persona al commissariato di via Rosa una lettera di ringraziamento. Ora la palla passa però agli investigatori. Nei prossimi giorni la polizia proverà a far luce su quanto accaduto e scoprire la reale identità degli estorsori. Secondo quanto trapela, quello di Ferdinando non sarebbe l’unico caso di ricatto legato al mondo delle «vendette a luci rosse» denunciato nel Vesuviano nelle ultime settimane. Non è quindi escluso che a entrare in azione possa essere stata un’unica comune matrice. La polizia postale ha già sequestrato pc e cellulare dell’uomo, con la speranza di trovare anche nel numero di telefono di Serena indizi utili per smascherare i malviventi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino