Riccardo Muti tra i ragazzi di Scampia: «Suoneremo contro i luoghi comuni»

Riccardo Muti tra i ragazzi di Scampia: «Suoneremo contro i luoghi comuni»
«All'inizio è stato surreale, difficile da credere: le sue parole erano la conferma che quello che facciamo serve davvero, che la bellezza porta altra...

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«All'inizio è stato surreale, difficile da credere: le sue parole erano la conferma che quello che facciamo serve davvero, che la bellezza porta altra bellezza». Benedetta ha sedici anni, suona il clarinetto ed è una dei ragazzi dell'orchestra di Scampia che hanno incontrato Riccardo Muti. Il maestro, a Napoli per registrare un concerto con l'Orchestra Cherubini che inaugura virtualmente il Campania Teatro Festival dal Teatro Mercadante, s'è informato delle loro attività e li ha invitati ad essere orgogliosi d'essere nati a Napoli, come lui. E ha annunciato che tornerà a trovarli appena possibile per far musica insieme, forse Mozart. Il segno che valori, speranze, sogni, possono avere un futuro anche in una realtà difficile. Perché questa dei giovani di Musica libera tutti-pratiche quotidiane per crescere insieme a suon di musica a Scampia, è l'altra Scampia. L'altra faccia di Gomorra. Quella che guarda i fiori che crescono tra i palazzoni grigi nonostante tutto, e che ieri s'è riunita nel nome di Libera.

Impossibilitati a incontrarsi live nella loro seconda casa al centro Hurtado a causa della pandemia, i ragazzi che aderiscono al progetto dell'associazione di volontariato AquaS-onlus con la loro guida Francesca Avitabile, hanno partecipato alla lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie su una piattaforma web. E hanno commentato le emozioni del giorno precedente quando hanno potuto assistere alle prove di Muti con la Cherubini: la Sinfonia di Mercadante da I due Figaro e la Sinfonia n. 9 di Schubert, la Grande.

«E forse per noi che studiamo musica è stato più interessante che ascoltare un vero concerto, abbiamo potuto seguire le correzioni che faceva, vedere come l'orchestra lo seguiva», spiega Sara, sedici anni, violista. «Studiavo canto, mi dicono che sono un soprano e potrei fare canto lirico al conservatorio. Nel frattempo mi sono appassionata alla viola, uno strumento che ha un suono profondo, non cupo», dice la ragazza che della lezione del maestro vuole mettere in evidenza proprio l'invito a valorizzare le radici partenopee. «Muti crede in questa città - osserva Sara - ovunque andassi i napoletani erano associati a persone fastidiose e rumorose. Il nostro quartiere è migliorato, non ci sono solo piccoli criminali, prima di giudicare bisogna conoscere le persone». Anche Simona che di anni ne ha quindici e studia allo Scientifico è sulla stessa linea: «La musica ci aiuta a migliorare, mi è sempre piaciuta, per fortuna l'associazione ci sostiene», dice lei che ama anche rock, pop e a Sanremo è stata colpita da Achille Lauro. Nell'orchestra di Scampia suona il violoncello. Suo fratello Antonio, invece, pronto alla laurea in informatica, qualche anno fa ha scoperto il violino, ama molto Vivaldi e lo ascolta spesso su Youtube, ed è stato conquistato dalla bravura dei Cherubini, giovani che hanno la sua età e già sono in carriera. Una passione, il violino, anche per il piccolo Pasquale, 11 anni, e già al quarto anno di studi (a lui è piaciuto molto quel brano dalla Traviata che gli hanno insegnato di recente).

Mentre Carmine, 21 anni, non nasconde un sogno: «Studio Ingegneria e suono il pianoforte per passione, ma quello che vorrei davvero è diventare direttore d'orchestra... non vedo l'ora di incontrare Muti da vicino, per me è un mito. Vorrei chiedergli qualche consiglio, chissà...». 

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Il Mattino