Dai fondali di Castel dell'Ovo affiorano le mura difensive di tremila anni fa

Dai fondali di Castel dell'Ovo affiorano le mura difensive di tremila anni fa
Nuove ed interessanti strutture murarie sono state rinvenute dagli archeologi subacquei, sul fondale marino a pochi metri dal Castel dell’Ovo. Nel corso della ricerca,...

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Nuove ed interessanti strutture murarie sono state rinvenute dagli archeologi subacquei, sul fondale marino a pochi metri dal Castel dell’Ovo. Nel corso della ricerca, condotta dalla Iul di Milano in collaborazione con la soprintendenza archeologica della città di Napoli, con Marenostrum Archeoclub d’Italia e grazie al supporto logistico del Circolo Canottieri Savoia, i ricercatori hanno messo in luce numerose mura tufacee che sembrerebbero essere poste a difesa di quello che doveva essere l’antico approdo all’isolotto di Megaride.


Una scoperta importante ed ancora in fase di sviluppo che riscriverebbe in parte, la più antica storia della nostra città.
 
«Le mura che stiamo studiando - commenta Filippo Avilia archeologo e docente della Iulm di Milano - sarebbero databili all’VII secolo a.C., e sembrerebbero confermare l’ipotesti dell’approdo nell’attuale area del Castel dell’Ovo. Siamo ancora in fase di studio e proprio come in una inchiesta poliziesca, le indagini proseguiranno proprio per cercare ulteriori prove a supporto delle nostre teorie. Tutto però, ci lascerebbe supporre che stiamo investigando nella giusta direzione».

Una nuova scoperta insomma, effettuata dai ricercatori che torneranno all’opera già nelle prime settimane di Settembre. Ma non solo. Presto queste strutture potrebbero essere visibili da tutti i curiosi e gli appassionati di storia antica ed archeologia, con percorsi pensati anche per i diversamente abili.

«Stiamo pensando proprio a tutti» dichiara il geologo Rosario Santanastasio di Marenostrum – Archeoclub d’Italia. «Il nostro obiettivo - continua - è di rendere fruibili questi percorsi anche perché darebbe la possibilità a tutti di andare a vedere da vicino il mondo sommerso a pochi passi da noi. Tutto sommato siamo a pochi metri sotto il livello dell’acqua e questo consente a tutti di seguirci in immersione, in maniera affascinante e totalmente sicura». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino