Rider picchiato e rapinato a Napoli, l'offerta del branco: «Duemila euro come risarcimento»

Rider picchiato e rapinato a Napoli, l'offerta del branco: «Duemila euro come risarcimento»
Hanno avanzato una richiesta di risarcimento del danno, pronti a versare una somma di denaro pur di chiudere un capitolo spinoso, quello legato alla rapina e al pestaggio...

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Hanno avanzato una richiesta di risarcimento del danno, pronti a versare una somma di denaro pur di chiudere un capitolo spinoso, quello legato alla rapina e al pestaggio dell'ormai ex rider Gianni Lanciato.

Sono pronti a staccare un assegno di duemila euro - lo ripetiamo: a titolo di risarcimento del danno -, da versare in favore di quell'uomo picchiato e rapinato, diventato - suo malgrado - protagonista di quel video choc dell'aggressione di via calata Capodichino.

Aula 720, il Tribunale del Riesame conferma gli arresti in cella a carico dei due maggiorenni del branco, parliamo di Michele Spinelli e di Vincenzo Zimbetti, disponendo per loro il carcere; stessa scelta adottata per i quattro minori, in uno scenario che ora fa registrare un tentativo da parte dei principali indagati di fare una mossa ridarcitoria: duemila euro da consegnare nelle mani del rider Gianni Lanciato, l'uomo che ha provato a difendere il proprio scooter lo scorso due gennaio, di fronte all'aggressione di sei giovani rapinatori.

Inchiesta condotta dalla Procura di napoli e dall'ufficio dei colli aminei, particolarmente grave l'accusa vibrata fino a questo momento: rapina aggravata dalla crudeltà, per aver ripetutamente picchiato con calci e pugni finito a terra, dove è stato finanche investito da uno scooter usato dai malviventi.

Ma torniamo all'udienza che si è celebrata ieri mattina. Difesi dagli avvocati Diego Abate e Giovanna Cacciapuoti, i due indagati hanno ammesso di aver partecipato all'aggressione, limitandosi a raccontare il minimo indispensabile.

Poi è arrivato lo stop alla scarcerazione da parte dei giudici del Riesame, che ha reso di fatto necessario una contromossa per i due soggetti in cella per un crimine predatorio tanto grave. Di qui il tentativo di presentare una sorta di indennizzo, in uno scenario che ora attende le contromosse e le valutazioni da parte dello stesso Lanciato.

Inchiesta aperta, decisive le indagini condotte dalla polizia, che ha chiuso il cerchio a distanza di 24 ore rispetto all'aggressione subita. Era lo scorso 2 gennaio, in pieno lockdown, quando la furia del branco si scatenò contro un uomo indifeso. Tutto ripreso da un telefonino cellulare, da parte di un regista anonimo, che ha poi deciso di postare sui social quelle immagini. Intanto, Gianni Lanciato ha trovato un posto di lavoro, coronando il suo sogno borghese: è tornato a fare il macellaio, in un supermercato alle porte di Napoli. 

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Il Mattino