Rifiuti, la Regione Campania boccia la quarta linea: «Non vogliamo aumentare il conferimento ad Acerra»

Rifiuti, la Regione Campania boccia la quarta linea: «Non vogliamo aumentare il conferimento ad Acerra»
«Non c'è alcuna intenzione di aumentare il conferimento di rifiuti al termovalorizzatore di Acerra». Lo ha detto il vicepresidente della Regione Campania,...

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«Non c'è alcuna intenzione di aumentare il conferimento di rifiuti al termovalorizzatore di Acerra». Lo ha detto il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, titolare della delega all'ambiente, rispondendo nel corso del question time in Consiglio regionale all'interrogazione presentata da Vittoria Lettieri sull'ipotesi di realizzazione di una quarta linea nell'impianto di Acerra. Bonavitacola ha sgombrato il campo da ipotesi secondo le quali la Regione punterebbe a potenziare la capacità di conferimento e di lavorazione dei rifiuti nell'impianto acerrano, spiegando che la necessità di una quarta linea «è stata fatta presente da A2a, azienda che gestisce il termovalorizzatore.

Oltre alla manutenzione programmata ogni 6 mesi per ciascuna delle tre linee esistenti, per ragioni di fisiologica usura dell'impianto ci potremmo trovare di fronte al blocco di una delle linee per un arco di tempo imprecisabile. La quarta linea nasce per questo motivo, per avere una ruota di scorta. Se avessimo il retropensiero di potenziare la capacità di trattamento dei rifiuti ad Acerra con la quarta linea - ha sottolineato Bonavitacola - non avremmo messo in campo un programma, che abbiamo finanziato per la parte progettuale e abbiamo candidato per i fondi di sviluppo e coesione per la parte attuativa, che si chiama «Smart Stir».

Gli impianti Stir separano la frazione umida e la frazione secca, e quest'ultima è quella che va ad Acerra. Oggi la Campania ha un fabbisogno di frazione secca tritovagliata di circa 840mila tonnellate all'anno e il termovalorizzatore di Acerra ne riceve e ne tratta 720mila. Abbiamo un deficit annuale di 120mila tonnellate, che purtroppo siamo costretti a mandare ancora fuori regione. Il progetto Smart Stir prevede che, oltre alla banale separazione secco-umido, gli impianti riescano a separare alcune categorie merceologiche della frazione secca per poterle avviare al riutilizzo, una sorta di differenziata industriale.

Penso alla plastica, all'alluminio, al legno, al vetro. I tecnici hanno stimato che se gli impianti Stir diventeranno un pò smart, ridurremo quelle 120mila tonnellate all'anno di fabbisogno per Acerra. Se avessimo avuto il retropensiero di fare la quarta linea per aumentare il trattamento dei rifiuti ad Acerra, evidentemente non ci preoccuperemmo di aumentare la capacità di separazione degli Stir. Questa è la prova che non c'è nessuna intenzione di aumentare il conferimento di rifiuti ad Acerra, ma soltanto di fare una ruota di scorta che può essere utile», ha concluso Bonavitacola

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Il Mattino