Raffica di aumenti delle tariffe del Comune: dalla raccolta rifiuti, alla retta per l'asilo passando per le una tantum degli impianti sportivi fino ai suoli cimiteriali....
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Fa sensazione l'aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, ogni famiglia pagherà più o meno 7 euro all'anno in più. Perché è stato deciso l'aumento se le tariffe sono già al massimo? Come è noto il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti deve essere interamente coperto dalla Tari per legge. Asìa si occupa della raccolta e la Sapna - società della Città metropolitana guidata come il Comune dal sindaco Luigi de Magistris - dello smaltimento. Ad aumentare sono stati costi dello smaltimento. Nella sostanza il valore della Tari nel 2018 era di 228,8 milioni ma nel 2019 è salito a 231,9 milioni in virtù dello smaltimento aumentato di 5,4 milioni: in termini percentuali un più 11%, da qui l'aumento che poteva essere più salato come sostiene Raffaele Del Giudice, assessore all'Ambiente: «Asìa ha fatto economie per 4,9 milioni, dal punto di vista gestionale siamo a posto, si può dire che senza queste economie l'aumento sarebbe stato più salato». Panini al riguardo si ritiene soddisfatto: «Di fatto è come se la Tari non fosse aumentata, abbiamo approvato 10 delibere che ci consentiranno di varare presto anche il bilancio di previsione. E da oggi inizieremo a lavorare perché dall'anno prossimo le tariffe costino di meno». Opposizioni invece che vanno all'attacco con David Lebro: «Da oggi tutte le tariffe sono diventate gabelle in quanto la giunta le ha elevate tutte. È un bilancio vergognoso che tartassa i cittadini e che mira a colmare un buco talmente ampio da averne perso il conto».
Detto della Tari, l'aumento che stava facendo saltare il banco della maggioranza è quello della retta degli asili nido. Dieci euro indistintamente per tutte e sei le fasce di reddito. Il tema è che in termini percentuali pesa molto di più sulle fasce più deboli. Fino a oggi la prima fascia, la più debole, vedeva le famiglie pagare 18 euro, da domani 28. L'ultima passa da 280 a 290 euro. Vale a dire che per la prima l'aumento pesa per il 40%, per l'ultima poco più del 3. «Si poteva fare diversamente - dice ancora Felaco - se si fosse condiviso il percorso. Aumento che ho scoperto sostanzialmente in Consiglio. Alla fine ho votato sì perché Panini ha promesso di rivedere al più presto la tariffa. Detto questo, pagare 28 euro al mese per tenere un bambino al nido incluso i pasti significa spendere due euro al giorno, mi sembra accettabile». Da questa manovra l'amministrazione incasserà 170mila euro, una cifra modesta che fa capire ancora una volta le difficoltà dell'ente. Ci sono da registrare aumenti per i cosiddetti servizi a domanda individuale con la una tantum di 15 euro e anche quelli per la concessione dei suoli cimiteriali. In attesa che venga definita la tariffa per la cremazione che deve essere comunicata dalla Regione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino