Hanno incrociato nuovamente le braccia gli operatori ecologici di Arzano facendo scattare l'ennesima emergenza igienico-sanitaria. I netturbini, che sono in arretrato con gli...
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Per i dipendenti il calvario è soprattutto economico. Dalla Senesi vantano un credito di qualche stipendio oltre alla tredicesima e quattordicesima mensilità. Dalla nuova ditta avrebbero avuto, secondo le testimonianze dei lavoratori, solo un acconto di poche centinaia di euro. «Siamo in pieno caos affermano alcuni netturbini . Abbiamo famiglie e impegni da rispettare e così certamente non possiamo andare avanti: se la ditta non offre quelle garanzie economiche necessarie per poter svolgere il servizio è giusto che si volti pagina».
Dal canto loro, gli operatori stanno dimostrando molto di più che la solita buona volontà: per settimane hanno lavorato con la promessa dello stipendio ma senza vedere un euro. Hanno addirittura fatto turni supplementari pur di garantire la pulizia, per quanto possibile, di piazze e strade. Ma spesso sono stati costretti a scontrarsi anche con difficoltà oggettive determinate dalla mancanza di mezzi e attrezzature: la Gema, a quanto sembra, non ha autocompattatori sufficienti per coprire le esigenze dell'intero territorio. Non solo. Diversi automezzi sono vecchi e inidonei. La situazione, insomma, è abbastanza complessa e per questo è sembrata quanto mai appropriata la decisione di chiamare in causo il Comune per dirimere la questione.
Garantire un servizio adeguato ed efficiente è oggi più che mai opportuno per scongiurare pericoli per la salute: con il caldo che si sta facendo sempre più opprimente lasciare marcire i rifiuti in strada potrebbe rappresentare un rischio. Il propagarsi di malattie infettive e di allergie potrebbe risultare, infatti, molto alto. «Sono due mesi che esiste questo grande problema e non si capisce perché non si riesca a trovare una soluzione che possa salvaguardare la salute oltre che i diritti dei residenti», affermano alcuni esponenti dell'associazionismo cittadino. Non si sblocca nemmeno il caso legato alla chiusura dell'isola ecologica di via Cardarelli: ormai è un anno e mezzo che la gente non sa più come fare per liberarsi di mobili vecchi, suppellettili vari e ingombranti in genere. La struttura fu chiusa dai carabinieri perché non in regola con le autorizzazioni. Ad oggi ancora non si conoscono quali siano gli ostacoli reali per far funzionare un servizio fondamentale ed evitare che i cittadini intasino marciapiedi e periferie di materiale di ogni genere che viene, appunto, abusivamente e inappropriatamente smaltito.
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Il Mattino