Rifiuti e tangenti, Fanpage pubblica il primo video: «Dobbiamo saziarci tutti quanti»

Rifiuti e tangenti, Fanpage pubblica il primo video: «Dobbiamo saziarci tutti quanti»
Sette video, 900 ore di girato, per un'inchiesta di portata nazionale che toccherà non solo i temi dei rifiuti, ma anche quello dei migranrti.  Si allargano le...

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Sette video, 900 ore di girato, per un'inchiesta di portata nazionale che toccherà non solo i temi dei rifiuti, ma anche quello dei migranrti.  Si allargano le maglie di «Bloody Money», la videoinchiesta condotta da Francesco Piccinini, direttore di Fanpage.it, e dal giornalista Sacha Biazzo, che stamattina hanno accolto i colleghi napoletani per la proiezione della prima puntata di «Bloody Money», che ha portato alla luce un sistema di corruzione dello smaltimento dei rifiuti in Campania e sul controllo illecito degli appalti della Sma Campania (la società in house della Regione che si occupa di ambiente e rifiuti) per la quale la Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta che vede indagati, tra gli altri, il consigliere regionale di Fdi Luciano Passariello, candidato alle  prossime elezioni del 4 marzo, e il figlio del governatore campano Roberto De Luca, assessore al Bilancio del Comune di Salerno. La puntata che riguarda il figlio di De Luca sarà pubblicata questa sera alle 19.30 sul sito online, e svelerà «un incontro diretto» con il figlio del presidente della giunta regionale. 


 

Il video proiettato stamattina nella sede napoletana della testata giornalistica in via Generale Orsini, mostra un finto imprenditore proporre, Nunzio Perrella, ex boss “gancio” dei giornalisti, accompagnato dal videoreporter Sacha Biazzo, che per sei mesi si è finto suo factotum portando addosso una telecamera nascosta, prendere accordi illeciti con Agostino Chiatto, il segretario particolare di Luciano Passariello, e Lorenzo Di Domenico, amministratore della Sma. 
 

Le circa mille ore di girato sono state consegnate già a dicembre ai magistrati napoletani. Il direttore di Fanpage Piccinini e il videoreporter Biazzo sono indagati con l'accusa di induzione alla corruzione e diffondendo i video, hanno spiegato in conferenza stampa, rischiano «un ulteriore procedimento a nostro carico per rivelazione di segreti d'ufficio. Ma è il nostro mestiere». Ad esprimere solidarietà in conferenza stanpa il presidente dell'Ordine dei giornalisti Carlo Verna, una delegazione del sindacato unitario dei giornalisti della Campania e dell'associazione articolo 21. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino