«Non è cambiato nulla qui alla Sanità. Dopo la morte di Genny tutto è come prima e noi viviamo sempre con la paura che possa succedere qualcosa. I...
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«L’esercito e le forze dell’ordine presidiano solo determinati luoghi del nostro quartiere - commentano Cristian ed Emanuele, compagni di scuola e di giochi di Genny - e forse in quelli dove c’è la loro presenza ci sentiamo sicuri. Ma solo lì».
Altrove poi, la storia è sempre la stessa ed i pericoli non sembrano affatto essere diminuiti. Così come Genny ognuno di noi può essere coinvolto in un conflitto a fuoco e questo rende certamente insicuri sia noi che le nostre famiglie”.
I ragazzi che con il giovane 17enne condivisero la scuola, le partite di pallone e tutti quei momenti di svago e di allegria, oggi sentono un gran vuoto. Come se un pezzo della propria giovinezza fosse stato strappato violentemente.
«Senza di lui niente è più come una volta. Le nostre partite ed i nostri momenti di allegria sono volati via con lui. Anche la nostra comitiva non è più quella di un tempo. Adesso il terrore che qualcosa possa capitare all’improvviso ci assale in ogni momento e spesso rientriamo a casa molto prima. Il rione e le nostre vite non saranno mai cambiate se tutto continuerà ad andare così. Questo è un quartiere difficile in cui tutto sembra essersi fermato in quel maledetto 6 Settembre».
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Il Mattino