Rosa Alfieri uccisa a Grumo Nevano, il killer abitava lì da una settimana: «Imprudente affittare a quell'uomo»

Rosa Alfieri uccisa a Grumo Nevano, il killer abitava lì da una settimana: «Imprudente affittare a quell'uomo»
La rabbia, la commozione, il lutto. La notizia della tragedia si diffonde velocemente a Grumo Nevano, e all'ingresso della palazzina di via Risorgimento si raduna una folla di...

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La rabbia, la commozione, il lutto. La notizia della tragedia si diffonde velocemente a Grumo Nevano, e all'ingresso della palazzina di via Risorgimento si raduna una folla di uomini e donne di ogni età: increduli, molti con le lacrime agli occhi, impietriti davanti a quel silenzio irreale che circonda il luogo dov'è avvenuto quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. Tutti conoscevano Rosa, tutti ora la piangono.

La scena più straziante è quella della madre della 24enne strangolata in un raptus di follia da un uomo che ora è introvabile, braccato dai carabinieri in tutta la provincia di Napoli: mamma Nicoletta esce sorretta a braccio da alcuni familiari: il suo lamento rompe il silenzio che grava sulla casa che ha visto consumarsi l'orrore: «Figlia mia, figlia mia...», continua a ripetere. 

Arrivano anche le amiche e gli amici di Rosa, una mesta processione che deve fermarsi sulla soglia del portone di casa dove sono ancora in corso i rilievi scientifici dei militari dell'Arma.

«Bastardo - sussurra a denti stretti un giovane, riferendosi a Elpidio D'Ambra, il presunto assassino irreperibile - ti verrò a trovare anche in Spagna, anche capo al mondo». È un pellegrinaggio, quello che porta al civico numero uno di via Risorgimento, che continuerà fino a notte fonda. Gaetano, un amico del padre della vittima, è ancora sconvolto. Ha incrociato l'uomo poco dopo le 17,30, all'ingresso del palazzo: «Enzo era sconvolto - ricostruisce - e continuava ad urlare Hanno ucciso mia figlia, hanno ucciso Rosa!; con lui siamo entrati all'interno dell'appartamentino al piano terra, dove viveva Elpidio D'Ambra, e lì c'era il corpo senza vita della ragazza. Aveva qualcosa come uno strofinaccio in bocca, forse per non farla gridare, e qualcosa simile ad una sciarpa attorno al collo. Non respirava più. Una tragedia immensa».

Rosa Alfieri era una ragazza semplice, solare. Impossibile non volerle bene. Racconta un'amica: «La mattina usciva per andare a dare una mano al fidanzato, che è titolare di una tabaccheria qui a Grumo. E anche ieri lo ha fatto, fino a quando non ha deciso di tornare a casa, dopo le cinque del pomeriggio. Com'è possibile che qualcuno le abbia fatto questo?». 

Tra i tanti che si assiepano in strada c'è anche chi si chiede come sia stato possibile che la famiglia Alfieri (il papà è titolare di una piccola impresa tessile a Frattamaggiore) abbia potuto fidarsi di quell'uomo al quale aveva concesso in locazione l'appartamentino al primo piano, di loro proprietà, rimasto sfitto per anni e poi concesso all'uomo appena un paio di settimane fa. Già, perché le voci su questo 31enne che ora risulta introvabile nel paese giravano, e lo descrivevano come una testa calda, un mezzo balordo, uno che aveva avuto anche un passato che pare sia stato contrassegnato anche da disavventure giudiziarie nel suo periodo di permanenza in Spagna. Sconvolto è anche il fratellino di Rosa: Luca ha solo 12 anni e ha capito tutto ciò che è successo. «Luca è arrivato di corsa in negozio - racconta Domenico, titolare di una salumeria della zona - chiedendo allarmato se avessimo visto Rosa, dal momento che la sua auto era parcheggiata in cortile». Purtroppo a quel punto la tragedia si era già consumata.

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Il Mattino