Teatro San Carlo di Napoli, i sindacati: dopo Lissner la scelta con avviso pubblico

“Don Chisciotte” annullato ieri sera a causa dello sciopero: sale la tensione

Il soprano Maria Agresta sola sul palco del San Carlo per lo sciopero dell’orchestra
Si ferma la musica, ma i sindacati alzano la voce. Nel giorno del «Don Chisciotte» annullato al San Carlo per lo sciopero di tecnici e orchestra, i rappresentanti dei...

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Si ferma la musica, ma i sindacati alzano la voce. Nel giorno del «Don Chisciotte» annullato al San Carlo per lo sciopero di tecnici e orchestra, i rappresentanti dei lavoratori invocano l’intervento del sindaco che presiede la fondazione lirica, perché si faccia garante degli impegni presi e non mantenuti, dall’assunzione dei precari agli aumenti in busta paga. Non solo.

«È importante avviare subito le procedure per scegliere il nuovo sovrintendente, perché il San Carlo resti il minor tempo possibile senza governance», dice Massimo Taglialatela, segretario Uilcom Campania, che sottolinea: «La figura, di alto profilo, va individuata attraverso una manifestazione di interesse: com’è stato fatto in precedenza». Cioè con un avviso pubblico, che consenta a tutti gli aspiranti all’incarico di presentare il curriculum al consiglio di indirizzo del San Carlo, chiamato a proporre uno o più nomi al ministro della Cultura che può porre il veto. Un iter, quello tracciato da Taglialatela, già sollecitato durante alcuni incontri in teatro, e che in qualche modo allontana il candidato dato finora per favorito: Carlo Fuortes, l’ex amministratore delegato della Rai. Professionista con esperienza nel campo (l’Opera di Roma), apprezzato sia dal primo cittadino Gaetano Manfredi sia dal titolare del ministero, Gennaro Sangiuliano, ma che si è già detto non disponibile senza un ampio consenso. Unanimità che invece fu raggiunta con Stéphane Lissner, da giovedì prossimo dato in uscita, per effetto del decreto legge che lo «pensiona», visto che ha già compiuto 70 anni. 

Ma il manager francese potrebbe presentare ricorso, mentre la norma è all’esame del Parlamento. Per questo, Manfredi vuole aspettare il via libera di Camera o Senato, che arriverà intorno all’8 giugno. Una data che coincide con la prima di «Anna Bolena» (protagonista di nuovo il soprano Maria Agresta, già costretta a esibirsi senza orchestra nei giorni scorsi causa sciopero), coprodotto dal San Carlo con Dutch National Opera e Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia. Ma la rappresentazione con la regia di Jetske Mijnssen e la direzione musicale di Riccardo Frizza, nell’ambito delle celebrazioni del centenario di Maria Callas, è già data ad alto rischio: potrebbe saltare a causa del quarto sciopero di fila minacciato dai dipendenti del teatro. Per un’opera lirica basta che un settore incroci le braccia per rendere difficile, se non impossibile, la messa in scena. Cosa successa già ieri anche per un lavoro ben meno complesso sul fronte produttivo come il «Don Chisciotte», nonostante i tentativi portati avanti fino all’ultimo per salvare il salvabile, contattando il personale, irremovibile, e ipotizzando di far accompagnare i cantanti da un pianista esterno come nei precedenti eventi colpiti dalla protesta. 

La mobilitazione non sembra destinata a rientrare. Per Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal, e la rsu del teatro, c’è esasperazione dietro le quinte, dice un comunicato. «È gravissimo che in un teatro quale il San Carlo si respiri un clima di malessere tale»: sotto accusa «chi non ha mantenuto gli impegni presi con le parti sociali». Di qui, la decisione di portare avanti l’agitazione: «Il sindacato con tutti i lavoratori proseguirà la lotta, ribadendo che non si arrenderà fin quando non verrà risolta positivamente la vertenza». Un incontro con Manfredi potrebbe avvenire tra mercoledì e giovedì. «Ci auguriamo che il sindaco possa prendere impegni tali da sbloccare la vertenza», osserva Salvatore Capone, segretario di Fistel Cisl. «Ovviamente, è fondamentale che il teatro abbia al più presto una nuova governance». 

Intanto, ieri, oltre al «Don Chisciotte», sono saltate anche le prove di coro e ballerini, questi ultimi arrivati inutilmente davanti all’ingresso del San Carlo. Ed è chiara la delusione degli allievi dell’Accademia di belcanto del teatro, che avrebbero dovuto esibirsi nell’opera comica, e l’amarezza di amici e parenti, provenienti da diversi Paesi, per applaudirli. Decisamente meno della metà dei posti disponibili, comunque, i ticket venduti che «potranno essere convertiti su altro appuntamento in programma per la stagione 2022/23, rivolgendosi alla biglietteria del teatro», comunica il sito web, precisando che «in alternativa, il rimborso potrà essere richiesto entro e non oltre il 15 giugno». 

Ma lo spettacolo sarà riproposto, probabilmente, già tra giugno e luglio. «Vale la pena di vederlo», interviene Ivano Caiazza che ha curato la revisione della partitura di Giovanni Paisiello, «uno degli ultimi esponenti della scuola napoletana che, già 20 anni prima, anticipa senza saperlo il mondo mozartiano, ad esempio con un Sancho Panza così simile al Leoporello del “Don Giovanni”». 

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Il Mattino