«Non è uno schiaffo a san Gennaro, è opera di un gruppo di disgraziati che sono entrati di notte probabilmente sapendo che avrebbero trovato i soldi»....
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Secondo il sacerdote si è trattato di un furto classico, eseguito da chi cercava soltanto il denaro e non era intenzionato ad oggetti di valore che, custoditi nella Cattedrale, erano comunque protetti da sistemi di sicurezza migliori e non sono mai stati minacciati. Nessun cimelio religioso è stato toccato, lo stesso vale per le opere d'arte. Non interessavano. Sulle porti d'ingresso ai locali non sono stati evidenziati segni di effrazione, nemmeno tentati: l'obiettivo era proprio arrivare negli uffici del parroco.
Come ci siano giunti, e soprattutto se e come sapessero della presenza dei soldi, lo stabiliranno i carabinieri della Compagnia Stella e del Nucleo Investigativo di Napoli, incaricati delle indagini, che dopo la scoperta del furto hanno effettuato i sopralluoghi e acquisito le immagini di alcune telecamere di sorveglianza. Il sospetto, che nasce dalle modalità e dai tempi del furto, è che i ladri siano andati a colpo sicuro. Sono diversi gli elementi che farebbero propendere per questa tesi, a partire dal giorno del raid che non sembra scelto a caso: chi ha agito lo ha fatto successivamente al prodigio, ha aspettato la fine degli otto giorni dedicati a San Gennaro. Ha atteso che terminassero le giornate in cui il Duomo viene letteralmente preso d'assalto dai fedeli e, di conseguenza, le cassette delle offerte si riempiono. Quei diecimila euro rubati, che sarebbero stati consegnati in banca lunedì, erano costituiti per la maggior parte dalle donazioni dei fedeli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino