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Il clan Fabbrocino continua ad operare nel territorio nolano, tramite il nuovo reggente, omonimo e parente del defunto boss Mario.
È l'accusa contenuta in un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal gip del Tribunale di Napoli, e notificato a sei persone dagli agenti della polizia di Stato, su delega della locale Dda, alle quali viene contestato di appartenere al clan vesuviano: Mario Fabbrocino, parente e omonimo del boss deceduto in carcere nel 2019, Michele La Marca, Antonio Iovino, Luigi Gargiulo, Gerardo Nunziata e Giuseppe Viana.
Nel corso delle indagini, gli agenti della squadra mobile di Napoli hanno raccolto elementi che hanno portato alle accuse di oggi, e ricostruito una tentata estorsione, nel 2019, a una ditta che stava effettuando lavori stradali a San Gennaro Vesuviano, e di documentare la disponibilità di armi comuni da sparo e da guerra, da parte di due detenuti, secondo gli inquirenti, per conto del clan.
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