San Giorgio a Cremano, la moglie tradita denuncia le tangenti

San Giorgio a Cremano, la moglie tradita denuncia le tangenti
Bufera sul Comune di San Giorgio a Cremano. Sei indagati agli arresti domiciliari, il sindaco Giorgio Zinno (per lui il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare) e l’ex...

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Bufera sul Comune di San Giorgio a Cremano. Sei indagati agli arresti domiciliari, il sindaco Giorgio Zinno (per lui il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare) e l’ex sindaco Domenico Giorgiano raggiunti da decreto di perquisizione, una dozzina gli iscritti nel registro degli indagati.




Di mezzo una storia di presunte irregolarità e di bandi su misura. In cambio, i funzionari comunali avrebbero ricevuto regali, gioielli, soldi per migliaia di euro. Un’indagine nata dalla denuncia della moglie abbandonata da uno degli indagati che alla polizia racconta il meccanismo che starebbe dietro a gran parte degli appalti.



Giugno 2014.

L’indagine inizia quando negli uffici della polizia si presenta una donna, pronta a raccontare quello che si nasconderebbe dietro alcuni appalti pubblici. Si siede e racconta. E così prende forma un quadro a tinte fosche. È l’avvio di un’inchiesta che si abbatterà sul Comune di San Giorgio a Cremano, che porterà un avviso di garanzia al sindaco in carica Giorgio Zinno e al suo precedessore Mimmo Giorgiano dimessosi a febbraio scorso, che farà scattare i domiciliari per sei indagati e solleverà dubbi sulla regolarità di appalti pubblici.



La moglie abbandonata.

«Da quando mio marito ha iniziato a occuparsi dei lavori pubblici al Comune di San Giorgio a Cremano il tenore di vita della nostra famiglia è cambiato. Portava soldi a casa tutte le volte che c’era una gara di appalto al Comune». Inizia così il racconto della donna, abbandonata poco prima dal marito, poco e prosegue con il ricordo di crociere e vacanze, di regali in occasione di feste e festività, delle somme di contanti che il marito nascondeva in casa: «La più consistente 20mila euro. Mi disse che la gara vinta era per lavori da un milione di euro». Fa nomi, consegna la sacca con i soldi (su cui c’è scritto “frutta”) e le scatoline con i gioielli avuti in omaggio, indica circostanze, ricorda di aver saputo da un imprenditore amico del marito che per il matrimonio della sorella del sindaco Zinno (per cui non è stata emessa alcuna misura perché il gip non ha ritenuto la gravità degli indizi) avrebbe addobbato palazzo e chiesa facendo intendere di non essere stato pagato. Non parla per sentito dire, invece, quando racconta le confidenze dell’ex marito: «Mi spiegava che diceva alle ditte di quanto dovevano fare il ribasso... e che gli inviti per le gare non li potevano fare solo alle ditte di San Giorgio ma dovevano far apparire di invitare anche ditte “esterne” che però non vincevano mai».



I lavori di ristrutturazione.

«Amore ma tu pensi che quello sta facendo tutto questo perché non deve avere nulla? O non ha avuto nulla?». Dalle parole di Peluso, intercettate nel corso dell’indagine, emerge che i lavori fatti in casa sua erano stati già contabilizzati nei compensi per alcune opere pubbliche e dunque messi a carico del Comune.



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Il Mattino