Napoli, rospi smeraldini nel laghetto di San Giovanni: la corsa degli attivisti per salvarli dal degrado

Napoli, rospi smeraldini nel laghetto di San Giovanni: la corsa degli attivisti per salvarli dal degrado
C'è vita nel “laghetto” del parco Troisi di San Giovanni a Teduccio. Nonostante sia vuoto ormai da anni, lo strato d'acqua che si accumula dopo la...

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C'è vita nel “laghetto” del parco Troisi di San Giovanni a Teduccio. Nonostante sia vuoto ormai da anni, lo strato d'acqua che si accumula dopo la pioggia ha permesso la riproduzione di rospi smeraldini, una specie protetta dalla direttiva “Habitat” dell’Unione Europea, recepita anche nel nostro Paese.


Qualche settimana fa gli attivisti del circolo Peppino Impastato e i Giovani Democratici di San Giovanni a Teduccio si sono accorti della presenza degli anfibi all’interno della vasca e della necessità di recuperarli visto che l’acqua si stava progressivamente prosciugando: una condizione che avrebbe provocato la morte per migliaia di piccoli rospi che normalmente vivono nel prato.
 
Gli attivisti si sono rivolti direttamente agli organi competenti. Così, facendo seguito alla richiesta del Presidente della VI Municipalità, Salvatore Boggia, e su mandato dell'Assessorato al Verde e Qualità della Vita, il settore Autoparchi del Comune di Napoli ha provveduto a ripristinare il livello minimo di acqua: un’autobotte ha scaricato 7mila litri d’acqua nel lago artificiale all’interno della struttura di viale Due Giugno.

Nel frattempo i volontari hanno allertato anche gli ambientalisti. Tra questi il Professor Maurizio Fraissinet, zoologo, ex presidente dell’Ente parco nazionale del Vesuvio, che in passato ha già svolto ricerche sul parco Troisi, in particolare sulle specie di uccelli che vivono tra i suoi alberi. Fraissinet ha spiegato che la vasca del parco si è trasformata in una trappola per i rospi che hanno sfruttato il velo d’acqua per riprodursi. Le alte pareti della stessa, infatti, hanno impedito agli anfibi di ritornare nel prato adiacente: così molti esemplari sono morti e altri si sono precariamente arrampicati ai tubi dell’impianto ormai fuori uso. Nel frattempo sono nati tantissimi girini. La necessità è farli uscire. Insieme all’ENPA, al WWF, all’associazione “Metaa Liberi”, gli attivisti di San Giovanni hanno posizionato delle assi in legno e delle reti in modo da creare degli scivoli e da permettere agli anfibi di risalire e raggiungere il loro habitat naturale. Operazione non facile e faticosa vista la mole di animali.



Il loro operato, col supporto anche dei giovanissimi residenti in zona, sta permettendo ai piccoli animali di sopravvivere. La sensibilità dei cittadini sta avendo esito positivo ma il problema non è del tutto risolto. Col caldo l’acqua all’interno nella vasca si prosciugherà e i rospi da recuperare sono ancora migliaia: in natura l’animale vive lontano dall’acqua che occorre, invece, per riprodursi e deporre le uova. Sono una decina gli adulti raccolti finora.

La circostanza, che ha attirato la curiosità di tantissime persone, potrebbe essere risolta creando piccolissime vasche visto che il “laghetto” è svuotato da tempo a causa della rottura alle pompe di rifornimento alla vasca. Insieme ai rifiuti – per lo più plastica e cartacce – sul fondo della vasca ci sono anche molti esemplari morti: una circostanza che comporta una puzza sgradevole e rende putrida l’acqua stessa. Per evitare che la situazione possa ripetersi, inoltre, bisognerebbe tenere l’invaso completamente a secco.


«Al comune chiediamo di darci una mano per salvare i rospi. E poi, insieme, di creare all’interno del parco delle oasi per il rospo smeraldino: sarebbe un modo per riqualificarlo così come fatto in altri posti» dice Michele Langella.
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Il Mattino