San Pietro a Majella, nasce un distretto musicale nel centro storico di Napoli

San Pietro a Majella, nasce un distretto musicale nel centro storico di Napoli
Napoli potrebbe ricordarsi di essere (stata) una capitale musicale: entro un anno dovrebbe nascere un distretto musicale, dal vicolo di San Pietro a Majella - quello del...

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Napoli potrebbe ricordarsi di essere (stata) una capitale musicale: entro un anno dovrebbe nascere un distretto musicale, dal vicolo di San Pietro a Majella - quello del conservatorio e del negozio Simeoli, e dove un tempo affacciavano le edizioni musicali Bideri - a piazza Miraglia. È l'ambizioso progetto di rigenerazione culturale e urbana voluto da un gruppo di imprenditori presieduto da Raffaele Iovine, insieme con il conservatorio di San Pietro a Majella, la collaborazione del museo Mann (interessato al progetto delle isole culturali cittadine) e gli studi di architettura Salzano e Vele, d'intesa con il Comune.

Ieri pomeriggio il nulla osta ufficiale da Palazzo San Giacomo, con la costituzione di una task force operativa tra gli assessorati alla Cultura, alle Politiche sociali e all'Urbanistica. Il progetto, che prevede un investimento privato di almeno un milione e mezzo di euro, riguarda tre azioni complementari tra loro: la ristrutturazione dell'edificio di proprietà della congregazione dei Servi di Maria che Iovine ha in fitto da quattro anni, e che dovrebbe diventare una sorta di palazzo della musica (adiacente al conservatorio), la ristrutturazione di piazza Miraglia con una megapanchina «intelligente» per cento persone, dove si potranno scaricare applicazioni musicali ed esibirsi all'aperto con adeguati supporti tecnologici, e la riqualificazione di vicolo San Pietro a Majella, collegamento con via San Sebastiano, la strada tradizionalmente dedicata ai negozi di musica, da qualche tempo in grave difficoltà.

«Il palazzo musicale», spiega Paologiovanni Maione, docente di Storia della Musica a San Pietro a Majella, «sarà di ispirazione per le nuove leve, rimarcando un'identità che rese Napoli una delle più invidiate capitali della musica e accogliendo nella denominazione dei piani la memoria delle quattro grandi botteghe di formazione che furono i leggendari conservatori cittadini di Santa Maria di Loreto, della Pietà de' Turchini, di Sant'Onofrio a Capuana e dei Poveri di Gesù Cristo». 

Nel palazzo saranno a disposizione dei giovani musicisti spazi dove potersi esibire, aule per i corsi jazz del conservatorio, laboratori e  incontri musicali. Sarà, inoltre, adibito a «foresteria» per gli aspiranti musicisti fuori sede. «Un progetto importante», commenta il direttore del conservatorio napoletano, Carmine Santaniello, «e una boccata di ossigeno per i nostri corsi più gettonati, come quelli del jazz e delle nuove tecnologie legate alla musica, che assorbono oltre il 40 per cento degli iscritti e che saranno spostati in questa  location. Collaboreremo attivamente alle iniziative musicali, sollecitando i giovani a sperimentarsi e a esibirsi nel nuovo distretto».

E mentre il Comune si è impegnato a trovare una soluzione abitativa per una quindicina di persone che attualmente occupano il palazzo (alcune potrebbero essere coinvolti attraverso la costituzione di una cooperativa, visto che si parla di impiegare 40 lavoratori nel progetto), sono stati già stabiliti patti di collaborazione con il consorzio dei commercianti del quartiere, e le chiese di San Pietro a Majella e della Croce di Lucca che, con la basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta (gestita da Iovine con un'associazione) dovrebbero ospitare eventi musicali ogni settimana.

«Vogliamo recuperare pezzi di marginalità urbana», dice Raffaele Iovine, ideatore del progetto: «Invertiamo il momento in cui la disaggregazione sociale è diventata un imperativo categorico, capovolgendo questo principio e investendo sull'aggregazione sociale futura. È il migliore antidoto al Covid e all'estraneità che sta producendo».  Nel progetto per il vicoletto di San Pietro a Majella, dove si potrà passeggiare scaricando musica gratuitamente sullo smartphone, la realizzazione di murales dedicati a Pino Daniele, cresciuto in quelle stradine - le vie dei canti verrebbe da definirle con Chatwin - del centro storico, e James Senese. 

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Il Mattino