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Sono le 22.00 e al 112 arriva una segnalazione di una lite in famiglia a San Giorgio a Cremano. Non c’è da perdere tempo perché la discussione è animata e gli animi sono accesi. Una pattuglia della locale stazione sta perlustrando il territorio e dopo pochi istanti arriva nei pressi dell’abitazione indicata dalla centrale operativa. Una donna è affacciata al balcone di un primo piano, urla e chiede aiuto. Indica un uomo non lontano da lì che sta correndo: è il proprio compagno che dopo averla malmenata sta tentando di fuggire. L’uomo viene bloccato dagli altri carabinieri della stazione di Portici e dai colleghi del locale commissariato intervenuti in supporto.
In quei frangenti spesso caratterizzati dalla confusione bisogna rimanere lucidi.
Sonia Cannistraci, 30 anni, siciliana, entra in empatia con la vittima, la comprende e capisce le sue esigenze. La donna viene dissuasa da quell’insano gesto e messa in sicurezza poco dopo.
«Non voleva neppure guardarmi - racconta la carabiniera - già aveva una gamba fuori dalla ringhiera. Per fortuna, - continua - sono riuscita a instaurare un contatto con lei, anche visivo». Sono stati minuti interminabili. Ma la militare non ha perso la calma. Con gradualità e dolcezza è riuscita a tranquillizzare la 49enne, e a convincerla che si poteva fidare. «Quando ho capito che tra di noi ormai c'era dell'empatia - ha aggiunto Sonia - le ho detto che la vita è un bene troppo prezioso per sprecarlo con un uomo che la stava solo umiliando». «È stato allora - ha detto emozionata - che ho capito che aveva deciso di ascoltarmi e di desistere dal compiere quel gesto estremo».
«La cosa più difficile è stata mettersi in sintonia con lei e con la sua sofferenza», ha ribadito la carabiniera, che è di stanza a San Giorgio a Cremano e che da quasi quattro anni, li compirà a novembre, fa parte della grande famiglia dell'Arma. La 49enne ha già subìto violenze in passato, ma non ha mai avuto la forza di denunciarle: «Il nostro invito va esattamente nella direzione opposta - sottolinea Sonia - bisogna assolutamente denunciare per mettere fine al proprio calvario».
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