Quando il canto di Lucio Battisti si è diffuso nella sala gremita del centro congressi della Stazione marittima rilanciando provocatoriamente "Il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un no deciso contro lo smantellamento della sanità pubblica e la richiesta di garantire a tutti gli italiani «uguali» livelli di assistenza tutelando e valorizzando al tempo stesso la professionalità dei medici «penalizzata dal ruolo preponderante della politica in ambito sanitario». Da questi presupposti è partita la protesta. Da questi presupposti è partito il messaggio indirizzato al Governo Renzi.
In una Stazione marittima gremita, dunque, il segretario nazionale Cimo Riccardo Cassi ha chiesto che si costituisca «un tavolo che veda insieme Governo, rappresentanze dei medici e Regioni che - ha sottolineato - sfuggono al confronto sebbene sia indiscutibile che la sanità italiana è frammentata in 21 sistemi regionali, situazione che ha aggravato il divario Nord-Sud ancora più marcato in quelle regioni del Meridione in cui ci sono i piani di rientro».
In rappresentanza di Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Sumai, Funzione pubblica Cgil Stpa, Fvm, Fassid, Aipac, Aupi, Simet, Sinafo, Snr, Cisl Medici, Fesmed, Anpo, Ascoti, Fials Medici, Uil Fpl Medici, Ugl Medici, Fimmg, Smi, Intesa Sindacale (Cisl Medici-Fp Cgil Medici-Simet-Sumai), Fespa, Fimp, Cipe, Andi, Assomed, Sivemp, Sb, hanno poi preso la parola decine di medici-sindacalisti.
Il Mattino