Sanità Campania, pronto soccorso senza più personale: San Paolo e Ospedale del mare in tilt

Pediatria senza medici e con posti letto dimezzati a Fuorigrotta

I pronto soccorso in tilt
Ospedale San Paolo: si fa sempre più critica la situazione del nosocomio di Fuorigrotta che insieme all'Ospedale del mare e al Pellegrini sostiene tutta...

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Ospedale San Paolo: si fa sempre più critica la situazione del nosocomio di Fuorigrotta che insieme all'Ospedale del mare e al Pellegrini sostiene tutta l'attività di urgenza della città, orfana ormai dall'inizio della pandemia, delle urgenze al San Giovanni Bosco e al Loreto. A Fuorigrotta oltre al pronto soccorso in grave affanno per mancanza di personale c'è la pediatria senza medici e con posti letto dimezzati e anche gli infermieri del reparto sono ormai contati. Bambini e genitori sono pertanto costretti ad attese sempre più lunghe nell'unico pronto soccorso pediatrico della città che affianca quello del Santobono, con un ulteriore carico assistenziale e medico-legale per i pochi specialisti dell'urgenza. L'ospedale della zona ovest di Napoli al servizio di quattro più popolosi quartieri della città (Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura) da mesi ha perso ulteriori pezzi: dal 1 gennaio il direttore sanitario di presidio Maurizio D'Amora - fine conoscitore della macchina assistenziale - è in pensione per motivi di salute sostituito dall'attuale responsabile Antonio De Martino in attesa della conclusione del relativo concorso. Ancora oggi manca la Risonanza magnetica nonostante la promessa che si sarebbe installata da luglio e anche la logistica è da rivedere in quanto la Radiologia è delocalizzata in un altro reparto. L'Urologia è accorpata alla chirurgia e non ha ancora autonomia. Di oculisti ne sono rimasti due e la lista di attesa della cataratta è di 9 mesi. La carenza di personale negli ultimi mesi è diventata acuta prefigurando quello scenario di crisi con cui anche il governatore Vincenzo De Luca ha chiesto interventi nazionali per eliminare il tetto alle assunzioni (per la Campania ancora fissato alla dotazione del 2004 con un ulteriore taglio dell'1,4%). Il San Paolo senza iniezioni di forze fresche rischia la paralisi. In pronto soccorso occorrono almeno 13 unità di personale dedicato. 

Le carenze sono però ormai estese: in Radiologia sono rimasti solo quattro turnisti, l'Ortopedia ha la stessa sparuta dotazione residua della prima. Così anche il Laboratorio di analisi. Non va meglio in Neurologia che con un Centro per la Sclerosi multipla è rimasta anch'essa con solo 4 dottori. La lista delle difficoltà dell'ospedale è ancora lunga: la Terapia intensiva neonatale chiusa ad oltranza, la Microbiologia che ha sospeso l'attività una settimana per necessità familiari dell'unico microbiologo e in pronto soccorso non ci sono sostituti per malattie, ferie e permessi e il primario copre turni festivi e notturni e tutti sono senza riposo compensativo. In Ortopedia da mesi non si rispetta più il timing delle 48 ore per gli interventi dovute a fratture di femore (che vengono operate non prima di 5 o 6 giorni). Anche la Radiologia diagnostica per i reparti è rimandata a 7-10 giorni con tempi di degenza lunghissimi.

L'Ospedale del mare è il presidio della Asl su cui si è investito di più ma deve ancora attivare 200 posti letto previsti a regime, dell'Ematologia è rimasto solo l'ambulatorio mentre il reparto è ritornato per l'ennesima volta al Loreto. Resta poi la criticità del pronto soccorso in parte per l'affollamento, in parte per i percorsi e anche per il personale mentre la Chirurgia è orfana della Day surgery, fiore all'occhiello della Asl, attrattiva anche da altre regioni ma tornata al San Giovanni Bosco in spazi e sale operatorie obsolete rispetto ai gioielli tecnologici dell'ospedale del mare dove ha operato durante la pandemia. 

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Il Mattino