Pensa positivo Vincenzo De Luca sul futuro della Campania. Sul cammino che lo porterà alla ricandidatura in Regione tra meno di un anno, vede segnali a suo giudizio...
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Se con il ministro della Salute Giulia Grillo regnava il gelo, con il successore Roberto Speranza si può aprire un dialogo costruttivo che dovrebbe portare a porre la parola fine al commissariamento della sanità. I numeri sui livelli essenziali sono sensibilmente migliorati, la fiducia è quindi ben riposta. Il feeling con il nuovo ministro potrà tradurla in fatti concreti.
Sul piano nazionale, invece, forse per la delusione dovuta alla mancata nomina del figlio Piero come sottosegretario, i segnali sembrano intermittenti. Di positivo, sul nuovo Governo, De Luca ha visto «i presupposti per dialogare con l'Europa in maniera utile per l'Italia e l'abbassamento dei toni: con il ministro dell'Economia e con Paolo Gentiloni commissario europeo avremo la possibilità di dialogare con l'Ue in maniera civile, seria e produttiva per i nostri interessi», dopodiché ha avvertito «la sensazione amara di un'operazione politica trasformistica, finta e non sincera messa in campo da Pd e M5S. Se hai alle spalle 10 anni di aggressione verbale e politica e in due settimane si cancella tutto, resta il dubbio di non sincerità, di imbroglio politico. Avremmo dovuto avere più onestà intellettuale dal gruppo dirigente del M5S». Insomma, non propriamente un'accoglienza felice. Il Pd, invece, discute al Nazareno di estendere l'alleanza con i grillini alle elezioni per la guida delle Regioni, così come chiede anche il deputato Gennaro Migliore in Campania: «Subito il cantiere per l'alleanza regionale con M5S», dice.
Le cose da fare per De Luca sono invece molto chiare: «Nel programma del governo non c'è un piano per il lavoro, per i giovani del Sud e manca anche un piano per la sicurezza urbana». Infine «manca un capitolo che riguarda la giustizia, che richiede una riforma profonda partendo ovviamente dalla tutela dell'autonomia della magistratura». Il presidente della Regione ha anche ribadito un suo vecchio cavallo di battaglia, la revisione del reato di abuso in atto d'ufficio. «Mi aspetto che vengano fuori questi tre elementi programmatici - ha detto ancora De Luca - diversamente, per quanto mi riguarda, questo governo può anche andare a casa».
Parole chiare pronunciate nel solco del linguaggio consueto dell'ex sindaco di Salerno che, molto proiettato a costruire le basi della prossima campagna elettorale, non sta a sentire nessuno tantomeno i colleghi del suo partito. Da più parti, per esempio, gli viene chiesto di apporre la firma alla convenzione con Anpal per assumere i 471 navigator rimasti in sospeso ma non intende smuoversi dalla sua posizione.
La questione martedì prossimo verrà affrontata dal difensore civico regionale insieme al Prefetto di Napoli. Se qualcuno sperava in un ammorbidimento del governatore sul tema, è rimasto deluso. «Farò parlare i fatti, i risultati: abbiamo già realizzato il 150 per cento del programma», ha proseguito. Sono pronte nove liste, molte di queste avranno ispirazione civica per pescare anche nel mondo dei moderati e dei delusi dal centrodestra. Nel frattempo, si potrà misurare la discontinuità del nuovo Esecutivo: lo scenario dopo Natale potrebbe essere mutato nuovamente. In quel periodo, dovrebbero essere noti anche i suoi avversari: quello del centrodestra sicuramente e forse anche quello dei Cinquestelle sempre che non vi sia un accordo di desistenza o persino un'alleanza, al momento improbabile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino