«Se ha commesso questo atto, dovrà soffrire molto o non sarà stato educato bene». Don Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria della...
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Un gesto che indica «un dolore intimo, non un odio contro chi ha compiuto l'atto». «Ci siamo dispiaciuti non poco - afferma - non erano oggetti di valore storico, ma devozionale. L'errore che ha fatto il fratello che ha rubato è stato colpire il cuore delle persone perché quegli oggetti appartengono al mondo dei sentimenti». L'anno prossimo, ha ricordato don Antonio, ricorrono i 600 anni dalla morte di San Vincenzo e «certo riavrà libro e giglio».
Ora è il momento di reagire. «Dobbiamo riflettere come comunità religiosa, ci impegna di più». «È un nostro fratello - sottolinea - ieri mattina, abbiamo recitato per lui un Ave o Maria, affinché la Madonna lo tenga tra le braccia e cose del genere non accadano più nella sua vita». «La speranza ci chiama a lavorare sulle persone e sui bambini - aggiunge - una persona che colpisce i sentimenti dei suoi fratelli deve ancora crescere. Sappiamo distinguere il peccato dal peccatore - conclude - il peccato non lo amiamo, il peccatore sempre» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino