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«Adotta una statua». Le sculture di Guido Mazzoni, artista rinascimentale emiliano, hanno bisogno di un restauro. Rappresentano il gruppo del «Compianto di Cristo morto». Non si sono mai mosse dal complesso di Sant’Anna dei Lombardi, a Monteoliveto.
Ma le lesioni si possono attribuire ai tanti terremoti succedutisi negli anni. «Noi ridaremo loro flessibilità, come hanno fatto a Taiwan, dove i palazzi restano in piedi. È la prima operazione antisismica a Napoli su delle statue» spiega Alberto Sifola, presidente di Friends of Naples», l’associazione che sta curando il recupero. «A causa dei movimenti nel nostro sottosuolo le opere hanno avuto delle lesioni preoccupanti».
Le statue in pratica verranno smontate dal loro basamento, con molta attenzione. Come spiega Claudia Capracotta, restauratrice dalla Dafne. «È un progetto pilota. Le statue saranno sezionate per permettere un nuovo sistema antisismico. Questa è una chiesa situata al di sopra del canale metropolitano. Si effettuerà un lavoro che le salvaguarderà anche per il futuro».
È l’unico «Compianto» a trovarsi ancora nella sua sede originale, anche se ha «camminato» tantissimo all’interno dell’enorme complesso conventuale dei padri olivetani, oltre ovviamente a subire gli effetti dei terremoti. È ora le statue in terracotta policroma necessitano di un restauro abbastanza radicale.
In effetti all’interno del museo di Sant’Anna dei Lombardi, gestito dalla ParteNeapolis cooperativa sociale, sarà possibile, tra le altre cose, ammirare le varie fasi del lavoro di Dafne Restauri, con il supporto di i Coop4Art e Officina dei Talenti, che dovrebbe essere completato per il prossimo autunno. Un laboratorio aperto, con le sette figure a grandezza naturale disposte intorno al Cristo adagiato a terra. Alcuni dei reali aragonesi, molto probabilmente su loro richiesta, compaiono nelle vesti dei personaggi del gruppo; in particolare Alfonso II figlio di Ferdinando I è raffigurato nelle vesti di Giuseppe d'Arimatea (la prima statua a presentare dei problemi, da cui poi è nato il progetto di restauro). Un esempio dell’arte rinascimentale fiorentina a Napoli, a conferma anche degli stretti rapporti tra gli Aragonesi (che erano assai devoti alla chiesa di Monteoliveto) e i Medici.
Una presentazione tenutasi nella Sacrestia Vecchia affrescata dal Vasari, che tanto tempo lavorò a Monteoliveto, altro capolavoro rinascimentale. «Un restauro importante», sottolinea Luigi La Rocca, Direttore Generale Archeologia belle arti e paesaggio del MiC, «segno dell’inversione di tendenza a Napoli, con il recupero di tanti monumenti grazie anche alle sinergie tra le Soprintendenze e i privati». Un restauro voluto anche dall’Arciconfraternita di Sant’Anna e San Carlo Borromeo dei Lombardi, rappresentata da Rita Falanga, proprietaria del complesso, gestito da ParteNeapolis. E mentre Ambra Giglio, responsabile del complesso museale, racconta di come è nato e sviluppato ilprogetto del restauro, il presidente Mario Sicignano spiega che «solo qui siamo riusciti ad assumere quattro giovani. La gestione virtuosa dell’arte porta lavoro». Cosa di cui è consapevole anche il Comune, rappresentato da Francesca Amirante, consigliere delegato del sindaco Manfredi. «Sant’Anna dei Lombardi - dice - è uno dei complessi conventuali più importanti d’Europa».
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Il Mattino