Sant'Antimo, cognati uccisi dal suocero: insulti in aula per Caiazzo

«Per noi è il diavolo», ripetono i parenti delle due vittime

Maria Brigida Pesacane e Luigi Cammisa
«Per noi è il diavolo», ripetono i parenti delle due vittime. Tensione a fette questa mattina in corte d’assise, subito dopo l’inizio del processo a...

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«Per noi è il diavolo», ripetono i parenti delle due vittime. Tensione a fette questa mattina in corte d’assise, subito dopo l’inizio del processo a carico di Raffaele Caiazzo, il 45enne che, il 4 giugno scorso a Sant'Antimo, ha ucciso a colpi di pistola prima il marito della figlia, Luigi Cammisa, di 29 anni; e subito dopo la moglie del figlio, Maria Brigida Pesacane, di 24 anni. 

Aula 116 del Palazzo di Giustizia, l'imputato ha preso posto nella cella, dietro le grate, volgendo le spalle al pubblico. In aula erano presenti i due figli ai quali Caiazzo ha assassinato a sangue freddo i coniugi, e i genitori di Brigida. 

Dal pubblico arrivano insulti all'indirizzo di Caiazzo, che a quel punto è rientrato nella sala alla spalle della gabbia. Immediato l’intervento della polizia che ha fatto allentare la tensione, chiedendo al pubblico di allontanarsi. 

Il processo è iniziato regolarmente. All’esterno del tribunale lo striscione «Giustizia per Brigida». Secondo quanto emerso dalle indagini, Caiazzo si era invaghito, assolutamente non corrisposto, della nuora. In aula sono parte civile con l'assistenza degli avvocati Manuela Palombi e Marco Mugione. Si è costituita parte civile anche la fondazione Polis con gli avvocati Gianmario Siani e Celeste Giliberti.

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Il Mattino