Sant'Antimo, una donna e il figlio disabile: «Impossibilitati a entrare a casa nostra»

Ascensore
Tra i beni confiscati alla camorra a Sant’Antimo, ce n’è uno che è stato trasformato in un appartamento da assegnare ad una donna residente in...

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Tra i beni confiscati alla camorra a Sant’Antimo, ce n’è uno che è stato trasformato in un appartamento da assegnare ad una donna residente in città e a suo figlio. 

Tutto sembrerebbe nella norma, se non fosse che Carmela e suo figlio Vincenzo - un ragazzo disabile al 100% - non possono prenderne possesso, dal momento che si trova al primo piano di uno stabile sprovvisto d’ascensore. 

Dopo tante promesse, non mantenute, da parte dell’architetto che ha avuto l’incarico di consegnare gli appartamenti ai futuri inquilini, la donna - affetta da un tumore - si è rivolta al consigliere Borrelli con una lettera: «Sono una mamma di un ragazzo diversamente abile al 100% non deambulante. Lo scorso 15 settembre dopo tante battaglie ci hanno consegnato un alloggio dei beni confiscati alla camorra a Sant’Antimo ma ancora oggi non possiamo prendere possesso. Il motivo? È che si trova al primo piano senza ascensore. L’architetto che avuto l’incarico di consegnare gli alloggi mi disse che mi risolveva il problema ma ogni volta che lo contatto rimanda e trova scuse. Io ho anche un tumore al polmone, non ho più la forza di combattere, mi manca il fiato».

Il consigliere Borrelli, avendo recepito la lettera, ha inviato una nota all’amministrazione di Sant’Antimo per richiedere una delucidazione a riguardo e ha lanciato un appello in radio a La Radiazza per aiutarli: «Bisogna fare in modo che si trovi, velocemente, una soluzione affinché la signora Carmela e suo figlio Vincenzo possano prendere possesso dell’alloggio ed accedervi senza difficoltà. Possibile mai che chi ha assegnato l’alloggio non ha verificato questa situazione? Basta con questa vergogna delle barriere architettoniche».

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Il Mattino