Santa Patrizia e il sangue miracoloso: ecco perché la protettrice delle single è compatrona di Napoli

A Napoli si vive di miracoli si contano ben 52 santi e compatroni a seguito di San Gennaro, che cooperano insieme senza distinzioni per il bene della...

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A Napoli si vive di miracoli si contano ben 52 santi e compatroni a seguito di San Gennaro, che cooperano insieme senza distinzioni per il bene della città. Santa Patrizia non è da meno; è la compatrona di Napoli il cui culto antico è indice di prodigio e devozione. Della sua biografia incerta e quasi leggendaria si sa che Patrizia nacque a Costantinopoli nel 664 d.C. ed era la discendente di Costantino detto il Grande, la figura più influente dell’Impero romano che proclamò la libertà di culto e tolleranza del Cristianesimo. Patrizia, di stirpe nobile e ricca e di rara bellezza, le fu imposto con la forza il matrimonio dal suo congiunto Costante II, ma sin da piccola espresse voto di verginità, e per mantenere fede al suo giuramento, decise di fuggire con la nutrice Aglaia a Roma per ricevere la benedizione del Papa, abbandonando lusso e privilegi della vita monarchica, abbracciando una vita sobria e spirituale. 

Tornata a Costantinopoli dopo la morte del padre, lasciò il palazzo reale e i diritti sulla corona imperiale e distribuì la sua parte di eredità ai più bisognosi e decise di partire in pellegrinaggio verso la Terra Santa, per pregare sul Sacro Sepolcro in Gerusalemme. Durante il viaggio in mare fu sorpresa da una terribile tempesta che la spinse a far naufragio a Napoli sull’isolotto di Megaride. Fu soccorsa da una piccola comunità appartenenti al monastero dei frati Basiliani, Castel dell’Ovo, che le prestarono assistenza dal suo arrivo, fino a quando, in pochi mesi, a causa di una fulminea malattia morì a soli 21 anni.

Intorno a lei si sviluppò una piccola comunità di devote, e con Aglaia si chiusero in clausura e rimasero a sorvegliare il corpo della vergine senza lasciare il convento dei frati; questi infine furono costretti a cedere il loro monastero per far fronte alla necessità. La leggenda pone la data della morte di Santa Patrizia il 25 Agosto del 685 d.C. e santificata nel 1625.

Le fu attribuito un culto molto forte dal popolo napoletano che accolse le sue spoglie, prima nel monastero dei Santi Nicandro e Marciano a Caponapoli, dove si narra che ella profetizzò questo come luogo di sepoltura e in seguito le sacre spoglie furono trasferite per motivi storici e sociali nel bellissimo monastero della Chiesa di San Gregorio Armeno nel 1864, anticamente tempio di Cerere, custodite dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, dette «Patriziane» secondo l’ordine monacale praticato dalla santa.

Il prodigio di Santa Patrizia è noto dal XII secolo per il trasudamento della manna, un liquido puro simile all’acqua, che sarebbe avvenuto lungo le pareti sepolcrali del corpo. 

La liquefazione del sangue, simile a quello di San Gennaro, avviene però in tempi diversi e secondo la tradizione ogni Martedì, è possibile chiedere una grazia e il 25 Agosto, giorno del martirio. Senza dubbio c'è un'associazione con la sirena Partenope. Così come Partenope è la considerata la protrettrice della Napoli pagana, che venne a morire, a spiaggiare sull'isolotto di Megaride, dove poi sarebbe sorto il castel dell'Ovo, allo stesso modo, secoli dopo Patrizia arrivò a naufragare sullo stesso isolotto. Una grande connessione con il passato. Un sangue ancora più potente di quello di San Gennaro, il contraltare femminile, che forse, cela il mistero e la potenza della città stessa.

Si racconta che un Cavaliere afflitto da enormi sofferenze, volle andare a pregare sulla tomba della santa per guarirlo. Pregò incessantemente tutta la notte senza staccarsi dalla reliquia, e spinto da una grande devozione, aprì l’urna e cavò un dente alla vergine, morta qualche secolo prima. Dalla bocca di Patrizia fuoriuscì sangue come se fosse un corpo vivo; per l’enorme meraviglia, il sangue venne raccolto in due ampolline, ancora oggi custodita, dalle quali si assiste annualmente il 25 agosto il «miracolo» ovvero lo scioglimento dei santi grumi, alla presenza dei devoti e delle telecamere.

Ecco perché il suo nome è accostato a quello del Santo Patrono Gennaro, per la liquefazione del sangue, certificato dalle autorità ecclesiastiche. Patrizia è la Santa protettrice delle «single», delle ragazze in cerca di marito che si recano durante l’anno sulla sua tomba a pregarla, al fine di ricevere un buon matrimonio. Ma è anche la protettrice dei naviganti, delle partorienti e dei bisognosi.

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Il Mattino