Scarichi industriali illeciti, emergenza nell'area sarnese-vesuviana: in 23 giorni la quantità di fanghi di un anno

Scarichi industriali illeciti, emergenza nell'area sarnese-vesuviana: in 23 giorni la quantità di fanghi di un anno
Si è tenuto ieri l’incontro tra Gori (il soggetto gestore del servizio idrico integrato dell'ambito distrettuale sarnese-vesuviano della Campania), le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Si è tenuto ieri l’incontro tra Gori (il soggetto gestore del servizio idrico integrato dell'ambito distrettuale sarnese-vesuviano della Campania), le amministrazioni comunali di Scafati, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate e ARPAC per un confronto sull’attuale situazione emergenziale degli scarichi industriali illeciti e sulla conseguente tenuta e funzionamento dell’impianto di depurazione di Scafati, gestito da Gori.

Infatti, come è ormai noto il depuratore di Scafati è in affanno a causa dell’arrivo all’impianto, in coincidenza con l’avvio delle lavorazioni delle aziende conserviere, di quantitativi abnormi di solidi sospesi.

Tali sostanze, cioè, sedimi di terra e scarti della lavorazione del pomodoro, impediscono il corretto funzionamento del depuratore di tipo biologico di Scafati, ma anche degli impianti di depurazione di Angri, Nocera Superiore e Mercato San Severino.

Basti pensare che in soli 23 giorni le quantità di solidi (terre e limo) pervenute agli impianti a servizio del comprensorio sarnese ammontano a circa 13.500 tonnellate, pari alla quantità massima che – secondo progetto – tali impianti avrebbero dovuto ricevere in tutto l’anno di funzionamento.

Questo fenomeno di sversamento illecito di rifiuti in pubblica fognatura comporta un’occlusione delle strutture dedicate alla fase di grigliatura e di trattamento primario, il deterioramento delle apparecchiature dell’impianto ed una richiesta di ossigeno a supporto delle fasi di depurazione biologica non soddisfacibile con le dotazioni impiantistiche determinando la parziale inefficacia del processo di ossidazione biologica ed il concreto rischio (sino ad oggi scongiurato solo grazie alla incessante attività dell’azienda) di un “collasso” del depuratore.

In aggiunta alle azioni di natura tecnica attuate a tutela dell’ambiente, Gori ha denunciato alle autorità competenti le immissioni illecite di reflui non conformi alla normativa vigente. 

«Oltre alle misure gestionali straordinarie, poste in essere per mitigare le attuali criticità dei nostri impianti di depurazione causa scarichi industriali illeciti, il nostro personale resta costantemente impegnato per risolvere il continuo stato di emergenza con attività e manovre atte ad evitare un disastro ambientale. Per tali ragioni, sono auspicabili interventi immediati da parte delle autorità pubbliche preposte, al fine di stroncare e, comunque, interrompere comportamenti nocivi all’ambiente ed alla collettività» – dichiara l’amministratore delegato di Gori, Vittorio Cuciniello.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino