Scavi di Ercolano, primo giorno ​di apertura per 4 domus

Scavi di Ercolano, primo giorno di apertura per 4 domus
Primo giorno di apertura agli Scavi di Ercolano per 4  domus, tra le più belle del Parco archeologico, che da stamane sono aperte alle visite stabilmente. Quattro...

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Primo giorno di apertura agli Scavi di Ercolano per 4  domus, tra le più belle del Parco archeologico, che da stamane sono aperte alle visite stabilmente. Quattro edifici caratteristici del sito archeologico di Ercolano: la «Casa dei due atri», la «Casa del bel cortile», la «Casa dell'Erma di Bronzo» e la «Casa dei Cervi» che, dunque, tornano ad essere finalmente visitabili dal pubblico. Insomma, un ampliamento dell'offerta di visita per il parco archeologico di Ercolano grazie alla caparbietà del direttore Francesco Sirano, che dal 10 aprile dell'anno scorso è alla guida del sito e, in particolare, all'impiego di 6 nuovi addetti all'assistenza al pubblico e sorveglianza,  assunti in seguito all’accordo tra il Parco Archeologico di Ercolano e la società ALES (società  in house del Ministero dei Beni Culturali).


Soddisfazione anche per l'amministrazione comunale. «I numeri dimostrano che gli eccellenti risultati dell’area archeologica stanno condizionando in positivo anche le attività economiche in città», ha detto il sindaco, Ciro Buonajuto. «I nuovi spazi aperti al pubblico all’interno del Parco Archeologico rappresentano senza dubbio un ulteriore miglioramento dell’offerta proposta ai visitatori della nostra città», ha aggiunto. Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore al Turismo, Ivana Di Stasio: «Continuiamo a lavorare in direzione dell’ampliamento dell’offerta di fruibilità del sito e più in generale dell’offerta culturale della Città per ottenere un duplice effetto virtuoso - spiega l'assessore - : dare contenuti vivi alla comunicazione e alla promozione del sito e della città ed aprire un dialogo con i cosiddetti visitatori repeater, ovvero coloro che potrebbero potenzialmente tornare a visitare di nuovo l’area archeologica e dunque la città». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino