Casciello, agli Scavi l'archeologia incontra l'arte contemporanea

Pompei. Agli scavi archeologici di Pompei presente e passato si uniscono ancora una volta: il fascino della storia lascia spazio alle suggestioni dell'arte contemporanea....

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Pompei. Agli scavi archeologici di Pompei presente e passato si uniscono ancora una volta: il fascino della storia lascia spazio alle suggestioni dell'arte contemporanea. Inaugurata oggi la mostra «Casciello Pompei», che resterà fino al 23 maggio del 2018. Sono dodici sculture, in parte realizzate specificamente per questo evento, che portano la firma di Angelo Casciello, artista campano. «Continua la nostra apertura al territorio e ad altri linguaggi - afferma il soprintendente Massimo Osanna - La mostra valorizza, infatti, il talento di un artista della nostra zona che si esprime attraverso il contemporaneo. Intensificheremo anche le collaborazioni con le istituzioni, a partire dal Comune di Pompei». 

 
La terrazza dell’Antiquarium accoglie «Il tempio di Eolo», «Fiore» e «Solo»; la  Villa Imperiale ospita «Apollo», «Totem», «Suono» e «Le Visioni di Bacco», mentre lungo il viale delle Ginestre sono esposte «Le tre grazie», trittico realizzato in acciaio dipinto, «il Ciclope», «Il dormiente», quest’ultima già esposta nel 1998 in occasione della grande mostra allestita al Palazzo Reale di Napoli. Sono sculture che rappresentano segni del silenzioso dialogo con il passato attraverso cui l’artista esprime l’identità con la terra di origine, con la sua storia, con il valore che essa assume nella contemporaneità. «Ho passato la mia infanzia in questa zona, da ragazzino venivo qui a fare ritratti agli stranieri - racconta l'artista - quindi il mio legame con Pompei ha radici lontane. Il mio lavoro si rifà al segno, alle forme e fa leva sulle emozioni. La scultura che mi sta più a cuore è "Le visioni di Bacco" perchè ritengo che Bacco rappresenti in pieno la nostra cultura mediterranea».


Le opere sono lavori volumetrici in ferro, allo stato naturale o dipinti, la cui rozza durezza si associa alla fuoriuscita di tenue ramificazioni di tondino metallico. «Abbiamo giocato sulle verticalità di Pompei, della città antica e del Vesuvio. Tutte le sculture hanno un corpo che svetta verso l'alto» spiega Massimo Bignardi, curatore della mostra.

 
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Il Mattino