Pompei. «C'erano tracce evidenti di altri crolli intorno all'edificio, tutto fu causato da una bomba d'acqua che causò una frana simile a quella di Sarno». Ultima...
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Unica imputata è l'architetta in pensione Paola Rispoli, che nella scorsa udienza ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti. Ma stamattina, è toccata all'ultimo teste della difesa - avvocati Fusco e Cicatelli - che ha spiegato come «4 giorni prima del crollo della Schola, gli scavi di Pompei furono teatro di precipitazioni straordinarie che causarono anche una sorta di lava di fango, che travolse anche una della pareti della Schola, indebolendo la struttura».
Il 6 novembre 2010, poi, a chiusura di una settimana di piogge intense «l'edificio crollò, proprio a causa del muro ormai danneggiato». A sostegno di questa tesi, il teste ha depositato copiosa documentazione che sarà vagliata in sede di camera di consiglio. La sentenza è attesa dopo l'estate. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino