Castel Capuano ospiterà la Scuola per i magistrati, il ministro Cartabia: «Luogo unico»

A via Arenula il decreto è stato già firmato, ora si aspetta il Ministero dell'Economia. Sarà Napoli ad ospitare stabilmente la seconda Scuola superiore...

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A via Arenula il decreto è stato già firmato, ora si aspetta il Ministero dell'Economia. Sarà Napoli ad ospitare stabilmente la seconda Scuola superiore della magistratura, dopo quella di Scandicci, in Toscana. Ma c'è una seconda buona notizia per il capoluogo campano: come sede è stato scelto Castel Capuano (dove già ora si tengono talvolta riunioni e corsi), che un caparbio e volenteroso progetto di rinascita ha fatto sì che la struttura tornasse agli antichi splendori, dopo il trasferimento degli uffici giudiziari al Centro direzionale. A porre il sigillo finale su quello che appariva quasi come un sogno irrealizzabile ci ha pensato il ministro Guardasigilli, Marta Cartabia, che ieri era in città per presenziare alla cerimonia dell'intitolazione del nuovo palazzo di giustizia ad Alessandro Criscuolo.

Siamo davvero a una svolta che segna il rilancio dell'antico maniero normanno: scrigno di storia e casa madre che ha forgiato intere generazioni di magistrati, avvocati e giuristi. Una notizia che lascia poi anche ben sperare per il rilancio di un'intera zona del centro storico che con il trasferimento degli uffici giudiziari era sprofondata in un deprimente quanto generalizzato degrado.

La ministra ha visitato Castel Capuano, partecipando anche ad una riunione del comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura. Alcuni locali sono già funzionanti e operativi, e a breve - con il varo del decreto ministeriale - la struttura diventerà pienamente operativa. A lavorare per il recupero del castello, che risale al dodicesimo secolo, sono stati un pugno di magistrati che non hanno mai abbandonato l'idea di doversi arrendere alla desertificazione del luogo che - nella memoria collettiva - rimane come il tribunale di Napoli: dall'ex presidente della Corte d'Appello, Antonio Buonajuto, all'ex procuratore Aldo De Chiara.

Il tocco finale (e determinante) l'ha però dato la Guardasigilli con la decisione di far decollare la seconda Scuola di magistratura italiana. Un atto concreto che conferma la sua grande attenzione per il distretto giudiziario partenopeo: Napoli è l'unica città dove è tornata tre volte in pochi mesi. Una scelta dettata da una strategia precisa: quella di ritenere centrale e determinante la formazione dei magistrati, in un clima di sinergia e cooperazione tra ministero e scuola di formazione. 

Ma non è finita. La giustizia a Napoli beneficerà di un finanziamento di circa otto milioni e mezzo di euro nell'ambito della creazione di apposite task force per il miglioramento dell'efficienza e della produttività degli uffici giudiziari, percorsi di formazione ad hoc e mappatura completa delle cause pendenti. Si tratta dei principali obiettivi fissati dai progetti delle Università italiane pubbliche, in collaborazione con gli uffici giudiziari, nell'ambito del bando «per la diffusione dell'Ufficio per il Processo e l'implementazione di modelli operativi innovativi negli uffici giudiziari per lo smaltimento dell'arretrato». Tra i 57 atenei che hanno aderito c'è anche la Federico II: i progetti costituiscono il punto di partenza di una attività che verrà condotta dagli atenei in stretto raccordo con gli uffici giudiziari dei singoli territori e con il Ministero della Giustizia.

E che Marta Cartabia nutra un'attenzione speciale per Napoli, che non sottovaluti le criticità di un distretto afflitto da mille problemi, lo dimostra anche un'altra decisione importante. Nel distretto della Corte d'appello di Napoli arriveranno a breve 956 addetti dell'Ufficio per il processo. In totale in tutta Italia sono 8.171, e cominceranno ad arrivare dal 21 febbraio.

Scelta politica e gestionale di vitale importanza, quella dei giovani laureati che affiancheranno i magistrati per lo smaltimento di arretrati e carichi di lavoro, aiutandoli nella riduzione e razionalizzazione dei tempi. Interventi concreti che si riveleranno utili, oltre a ridurre i pesanti arretrati, anche a ridurre il tempo di durata dei processi e migliorare nell'insieme lo stato dell'amministrazione della giustizia.

Per ogni macro-area verrà istituito un gruppo guida costituito da un rappresentante per Tribunale e per le Corti d'Appello di riferimento e dai referenti del sistema universitario. Nell'ambito di questo gruppo saranno discussi e concordati tempi, luoghi e modalità di svolgimento delle singole attività. È prevista inoltre la costituzione di un tavolo nazionale di coordinamento a cui prenderanno parte rappresentanti del Ministero della Giustizia, degli uffici giudiziari e di tutte le università beneficiarie. 

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Il Mattino