Se Napoli si abitua anche alle stese

Se Napoli si abitua anche alle stese
Domani nel Palazzo di giustizia di Napoli, si terrà una riunione straordinaria del Csm dedicato al tema della violenza giovanile. Dopo l’ultima stesa a Forcella, che...

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Domani nel Palazzo di giustizia di Napoli, si terrà una riunione straordinaria del Csm dedicato al tema della violenza giovanile. Dopo l’ultima stesa a Forcella, che stava per costare la vita ad un’altra vittima innocente, il plenum dell’autogoverno dei magistrati si riunisce per illustrare un dossier sulla criminalità minorile e le proposte per combatterla. Ha destato un grande sconcerto in città la ricomparsa di batterie di fuoco formate da giovanissimi che nel cuore del centro storico hanno ripreso a seminare proiettili e terrore per affermare la propria egemonia. Pensavamo che dopo la scomparsa di Emanuele Sibillo e i numerosi arresti dei baby boss, sarebbe finita la stagione della paranza dei bambini. Invece sembra che non sia così. Perché rinascono come un cancro nelle viscere di Napoli queste formazioni di criminali in erba armate fino ai denti ? E chi sono i protagonisti della nuova ondata di terrore che si è abbattuta tra i vicoli di Forcella? 


Sulle motivazioni che spingono questi giovani ad intraprendere la strada del crimine è stato scritto tanto. La voglia di emergere da un vuoto esistenziale, l’ossessione di sentirsi qualcuno di esistenze anonime risucchiate dal fascino del male, il guadagno facile per accedere ai simboli del consumismo più sfrenato. E il sistema per ottenere in modo rapido prestigio e potere è incutere paura. Chi fa più paura è il più forte e diventa il capo. Per questo poi ci si riunisce in branco, per amplificare la percezione di terrore che si suscita. Ostentare una pistola e scaricare una sventagliata di colpi nel mezzo del quartiere è il biglietto da visita più autorevole. Tuttavia queste analisi ce le siamo fatte tra di noi, nei salotti e nella redazioni, senza interloquire con la gioventù perduta e corrotta dal male. 

Luigi è un ragazzo di Forcella, uscito da un anno dal carcere non è ancora riuscito a trovare un lavoro. Si arrangia vendendo profumi e calzini, un ‘attività che certo non gli permette di campare. Qualche giorno fa è riuscito a fare la comparsa nella fiction Gomorra, novanta euro per mezza giornata di prove sono sempre qualcosa. E’ fidanzato ma non ufficialmente, non se lo può permettere, perché un fidanzamento ufficiale comporta spese. Secondo Luigi gli autori della stesa sono elementi di scarso rilievo, dei “morti di fame”, solo il capo si è arricchito con il mercato degli stupefacenti. Perché è la droga che muove tutto. Si tratta di giovanissimi che millantano parentele e appartenenze ai Giuliano o ai Sibillo, ma che probabilmente hanno solo lontanamente sfiorato.

Questi ragazzi cercano di imporsi seguendo il piccolo boss emergente, senza rendersi conto del rischio che corrono di buttare la propria vita in galera o peggio di finire in una tomba. Non sanno cosa sia il carcere e sfidano la sorte con una certa dose di malvagità ma anche di stupidità.

La risposta della città alla stesa di Forcella è stata blanda. In altre occasioni c’era stata una reazione più forte, la cui eco si andava comunque affievolendo una volta che si spegnevano i riflettori mediatici, così come si sono spente le telecamere della videosorveglianza alla Sanità. Allo stesso modo si sono perse le tracce delle scuole aperte d’estate, una iniziativa con luci ed ombre dove è mancato il coordinamento sinergico tra le scuole e le associazioni presenti sul territorio. Per non parlare del progetto di Maria Luisa Iavarone di individuare ed accompagnare i ragazzi a rischio nei quartieri difficili. Sappiamo bene che non sono state queste carenze a favorire l’escalation di violenza nel cuore della città. Tuttavia se tutto questo funzionasse in modo efficiente, e qui ci sarebbe molto da approfondire, forse potremo salvare alcuni ragazzi delle generazioni future. 


Quello che colpisce oggi è la mancanza di preoccupazione e di attenzione delle istituzioni su un fenomeno così grave che sembra sempre restare sullo sfondo. In una città dove tutti litigano su tutto, si dovrebbe collaborare per trovare soluzioni ad un problema tanto complesso ma decisivo per il futuro di Napoli. Se i provvedimenti proposti dal plenum del Csm saranno solo quelli di alzare l’età imputabile sarebbe ben poca cosa, e servirebbe solo a riempire le carceri di minori. C’è bisogno di un grande progetto sull’infanzia, di misure finalizzate a non lasciar partire i ragazzi migliori, occorre contrastare in modo efficace l’evasione e la dispersione scolastica, ma anche di presidiare e controllare il territorio e soprattutto di una risposta corale e autorevole di tutta la città. Saremo in grado di dare speranza a Luigi e ai tanti giovani di Napoli?
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Il Mattino