Napoli, gli sfollati del corso Vittorio Emanuele disperati: «Non ci abbandonate»

Sono stanchi, sfiduciati, arrabbiati. Non vogliono rilasciare interviste perchè, hanno detto, di giornalisti in questi giorni ne hanno visti fin troppi. Eppure gli sfollati...

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Sono stanchi, sfiduciati, arrabbiati. Non vogliono rilasciare interviste perchè, hanno detto, di giornalisti in questi giorni ne hanno visti fin troppi. Eppure gli sfollati del palazzo di via Sant'Antonio ai Monti, una stradina situata a due passi dal corso Vittorio Emanuele, da due giorni sono in presidio sotto alle loro abitazioni. Chi ha potuto si è fatto ospitare da amici e parenti, chi non ha trovato alternative o ha dormito in macchina o ha trovato una sistemazione provvisoria grazie al piccolo contributo economico - 140 euro - stanziato dalla proprietà dell'immobile per coprire le prime esigenze di chi ha perso, si spera temporaneamente, la propria abitazione. 

Martedì mattina le quindici famiglie - un totale di circa cinquanta persone - sono state svegliate da un pesante scricchiolio e da un boato che annunciava il crollo di un solaio all'ultimo piano del palazzo. I vigili del fuoco, intervenuti immediatamente, non hanno potuto fare altro che decretare lo sgombero dell'intero immobile in attesa dei lavori di messa in sicurezza. Lavori che dovrebbero cominciare già nelle prossime ore. La proprietà, infatti, ha già inviato una prima squadra di operai per i necessari rilievi. 

Ad oggi resta il giallo sul destino degli sfollati. I 140 euro stanziati per un alloggio temporaneo in un b&b o in un albergo basteranno a coprire al massimo un paio di giorni, poi bisognerà trovare una soluzione alternativa. A Napoli, in piena stagione turistica, i prezzi sono alle stelle e non tutti sono riusciti a trovare una stanza. Le famiglie più penalizzate, ovviamente, quelle composte da 3-4 persone per le quali 140 euro non bastano nemmeno a coprire i costi di due notti. L'alternativa sarebbe quella di spostarsi in periferia, ma molti non vogliono - o non possono - farlo. 

Gli assessorati del Comune di Napoli - Chiodo, Galiero e Borriello - si stanno mobilitando, ma per trovare una soluzione, ma servirà tempo. E in ogni caso il Comune non potrà fornire altro che una palestra in una delle tante scuole del circondario. La prima ipotesi, quella di ospitare parte degli sfollati nel parco dei Quartieri Spagnoli, sembra essere stata definitivamente scartata per ragioni burocratiche. 

«Per i profughi dell'Afghanistan si sono mossi tutti - spiegano i residenti del palazzo sgomberato - a cominciare dalla Regione e dalla Curia. Noi, invece, rischiamo di dover dormire in strada perchè a oggi nessuno ci ha aiutato. Speriamo che si ricordino che anche noi siamo in difficoltà e che non ci abbandonino al nostro destino». 

Le parole dette in un momento di rabbia da parte di cittadini inferociti che da 48 ore si vedono negato l'accesso alla propria abitazione vanno prese con le pinze ma sembra - il condizionale è d'obbligo - che già da molto tempo i cittadini avevano lanciato l'allarme a causa di cigolii sospetti, di porte che faticavano a chiudersi e di continue perdite d'acqua. Gli allarmi non sarebbero stati presi in considerazione fino al crollo che si è verificato e sul quale bisognerà fare ulteriore chiarezza.

«Purtroppo come Municipalità - spiega il consigliere della II Municipalità Enzo Angrisano - non possiamo fare molto perchè non abbiamo le deleghe necessarie. Abbiamo immediatamente compulsato gli assessorati del Comune competenti su questa questione e ci hanno promesso che si farà tutto il possibile per fornire alloggi dignitosi a queste persone che non devono in nessun caso essere abbandonate per strada. I soldi stanziati dal proprietario basteranno a coprire forse le spese di un paio di giorni - continua - ma vista l'entità del danno credo che sarà necessario ragionare su tempi molto più lunghi e, di conseguenza, bisognerà trovare una alternativa stabile per queste persone, tra cui ci sono diversi anziani. Continueremo a monitorare da vicino questa problematica - conclude - augurandoci che gli assessori del Comune riescano a dare una risposta a questi cittadini». 

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Il Mattino