Shoah a Napoli, pesa lo strappo della comunità ebraica

Shoah a Napoli, pesa lo strappo della comunità ebraica
L'infermiera Irene Sendler che salvò dal ghetto di Varsavia centinaia di bambini non ha mai parlato del suo gesto, ma lo abbiamo saputo da coloro che sono stati...

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L'infermiera Irene Sendler che salvò dal ghetto di Varsavia centinaia di bambini non ha mai parlato del suo gesto, ma lo abbiamo saputo da coloro che sono stati salvati. A lei, agli eroi sconosciuti e alle migliaia di vittime dell'Olocausto, sono dedicate le iniziative della 75esima Giornata della Memoria prevista per domani 27 gennaio per ricordare, come disse Primo Levi, che «tutto ciò è avvenuto, ma può ripetersi».


La Giornata si inaugura ufficialmente a piazza Bovio, con la deposizione della corona di alloro in memoria di Luciana Pacifici, vittima delle leggi razziali, e un momento di raccoglimento dinanzi alle nove pietre d'inciampo. La commemorazione sarà senza la Comunità ebraica che, dopo la rottura con l'assessore alla Cultura Eleonora de Majo per alcune sue esternazioni giudicate antisemite, ha scelto di posticiparla alla mattina di giovedì 30 gennaio sempre a piazza Bovio, con la cerimonia religiosa in cui il rabbino della Comunità ebraica Maskil Ariel Finzi per la prima volta suonerà lo Shofar, il corno di montone della tradizione ebraica. Per stare lontani dalla retorica della Shoah è stato rimandato al 6 marzo (Giorno dei Giusti) anche il progetto Memoriae con la consegna delle stelle di David.

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Tornando invece alle celebrazioni di lunedì, la mattina alla Camera di Commercio il Comune, l'Istituto Campano della storia della Resistenza e l'Anpi organizzano La banalità del male, letture e canti per non dimenticare, mentre il Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica promuove un convegno sulla persecuzione dell'infanzia (in Via Mezzocannone 8). La Fondazione Valenzi al Teatro Totò presenta agli studenti della Campania il progetto #CriticaMente contro la xenofobia e proietta il film #AnneFrank. Vite parallele con Helen Mirren. Il Teatro San Carlo lunedì (con proiezione ogni mezz'ora dalle 10 alle 16) offre la visione al Memus del documentario The Short Life Of Anne Frank, mentre il Museo di Capodimonte organizza una visita guidata gratuita tra alcune opere deportate.

Via Morghen 65 bis è l'indirizzo della casa del Vomero dalla quale, una mattina del 1943, uscì con la mamma Gisella il piccolo Sergio de Simone, 6 anni, per andare dalla nonna a Fiume, di dove tutta la famiglia sarebbe stata poi deportata ad Auschwitz. Sergio fu ucciso ad Amburgo dopo essere stato usato come cavia per terribili esperimenti medici. Al bambino napoletano, la cui storia è stata raccontata per la prima volta sul Mattino, è ora intitolata un'Associazione originata dalla volontà di onorarne la memoria e mantenerne vivo il ricordo. La presentazione il 27 gennaio alle ore 10 nella sede della municipalità Vomero a pochi metri dalla casa dove nacque Sergio.
 

Con un video l'associazione Chi rom e chi no e il centro Chikù di Scampia ricordano che nei campi di sterminio nazisti furono uccisi anche 500mila rom e sinti e presentano martedì 28 gennaio (alle 17.30) nella sede del Chikù in Viale della Resistenza il libro L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini di Irène Cohen-Janca.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino