"La morte di un lavoratore è un dramma per chi perde la vita, ed è una tragedia per la famiglia a cui vengono meno ancoraggi e sostegno, spesso nell'indifferenza delle...
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"Il ricordo migliore - scrivono Sannino e Nappo - sarebbe, ed è, consentire ai figli di Salvatore e ai tanti altri caduti sul lavoro, di avere un pieno sostegno per lo studio, attraverso un fondo, regionale, a questo dedicato; di individuare forme di sostegno, per garantire l'integrità familiare, sconvolta dalla perdita dell'unica fonte di reddito; di imporre un cambio di passo, vero e duraturo, sul contrasto alle morti sul lavoro, di rafforzare gli strumenti di prevenzione, di controllo e sanzionatori verso le imprese, di eliminare il massimo ribasso come unico criterio di affidamento dei lavori".
I due sindacalisti concludono: "Chiediamo a Governo, Regione, Istituzioni locali, e sistema d'impresa che la sicurezza sul lavoro diventi la priorità assoluta, non sacrificata sull'altare della crisi. Solo così potrà sconfiggersi l’idea che quella targa debba testimoniare la ineluttabilità delle morti sul lavoro". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino