Patto educativo per Napoli, il vescovo Battaglia scrive a Zanotelli

Patto educativo per Napoli, il vescovo Battaglia scrive a Zanotelli
L'arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, in una lettera a padre Alex Zanotelli ha fatto sapere di avere sottoscritto il Patto educativo per Napoli: «Grazie per...

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L'arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, in una lettera a padre Alex Zanotelli ha fatto sapere di avere sottoscritto il Patto educativo per Napoli: «Grazie per l'invito fatto ai giovani ad abitare il sogno, il sogno di un mondo più giusto e fraterno. E ti confesso caro amico che è proprio per questo che, per parte mia, il patto educativo per Napoli nasce e matura nella consapevolezza che i bambini, i ragazzi e i giovani sono la cosa più sacra di Napoli, una reliquia del suo futuro, il germoglio del suo presente, il bene più importante».

L'arcivescovo di Napoli ha scritto al missionario comboniano in occasione della presentazione del suo ultimo libro 'Lettera alla tribù bianca': «E per fedeltà a Dio e a tutti i suoi figli, specie i più impoveriti, che è cambiato il tuo sguardo e chiedi a noi di fare altrettanto, di rileggere persino le Sacre Scritture, ma pure la storia e la geografia con altri occhi, non con quelli dei dominatori e dei potenti ma degli ultimi e degli sfruttati. Quante volte ho rifatto anche io la scelta di restare alla scuola dei poveri. Quanti ricordi nelle mie retrovie che sono state per tanti anni le comunità dei giovani tossicodipendenti e di quanti se e prendevano cura. Poi cambiano i luoghi, i compiti, gli "abiti", ma il cuore resta fedele ai poveri, ma anche alla povertà, una povertà che si declina come scelta di condivisione e di sobrietà, come un camminare insieme, liberi da giudizi e da etichette. E senti che il Regno viene e viene così laddove riconosci volti e storie e ti senti tirato dentro, ti è impossibile prendere le distanze, impossibile!».

L'arcivescovo condivide con padre Zanotelli l'impegno per i più deboli: «Anche qui oggi, in questa città e questa Chiesa che il buon Dio da due anni mi ha affidato, sento di non dover distogliere gli occhi soprattutto da quanti non contano, normalmente chiamati »gente«. E vorrei anche io continuare ad additare alla Chiesa e alla città sentieri di giustizia e di condivisione, costruendo insieme una umanità plurale».

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Il Mattino