Comunali a Napoli, è bagarre e la base M5S lancia la sfida: «Candidiamo Di Maio»

Comunali a Napoli, è bagarre e la base M5S lancia la sfida: «Candidiamo Di Maio»
Molto probabilmente già oggi - o al massimo entro martedì - Gaetano Manfredi verrà messo di fronte al dentro o fuori rispetto alla sua candidatura a sindaco...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Molto probabilmente già oggi - o al massimo entro martedì - Gaetano Manfredi verrà messo di fronte al dentro o fuori rispetto alla sua candidatura a sindaco che a mezzo lettera sostanzialmente ha già rifiutato. Perché in teleconferenza o dal vivo incontrerà Pd e M5S che gli esporranno il “pacchetto” per salvare Napoli dal debito. L’ultima mossa per convincerlo a scendere in campo. Nella consapevolezza che sia tra i dem che tra i pentastellati la pazienza è finita. C’è stanchezza e anche imbarazzo, di qui la precisazione bipartisan che Napoli va salvata per i cittadini prima di tutto e a prescindere. Il nodo della candidatura va sciolto subito, nelle prossime ore.

Il cantiere per nuovi nomi è comunque già aperto sia tra i dem, con Vincenzo Amendola che avanza, che tra i grillini dove c’è molta più effervescenza. Con la base che punta su Roberto Fico, ma non solo. I tanti attivisti e portavoce delusi dall’alleanza e dall’essere stati tagliati fuori da ogni decisione invocano la discesa in campo di Luigi Di Maio, ex capo dei pentastellati e ministro degli Esteri, se il presidente della Camera non riuscisse a candidarsi visti i suoi doveri istituzionali. E su questo fronte c’è da registrare ieri un passo avanti importante per Fico. 

Poco prima dell’inaugurazione della Biennale di Architettura a Venezia c’è stato l’incontro tra il ministro Dario Franceschini e Fico che hanno avuto un colloquio di circa 40 minuti. E il tema delle amministrative, e anche di Napoli, è stato argomento del faccia a faccia. «Nulla di definitivo», fanno sapere fonti vicine al presidente della Camera. Franceschini - tuttavia - potrebbe essere l’ipotetico successore di Fico alla presidenza della Camera ipotesi che da settimane circola e che libererebbe il grillino. Fico è ritenuto un nome unitario almeno al pari di Manfredi (al netto dei dubbi dei deluchiani). Nello stesso evento a Venezia anche il segretario del Pd Enrico Letta e il capo del M5S Giuseppe Conte. Che hanno ratificato il patto per salvare Napoli dal debito in modo che chiunque la guiderà avrà agibilità amministrativa. Pd e M5s - in buona sostanza - stanno preparando al meglio il dopo Manfredi. 

Per il M5S il primo step del salva Comuni passato nel decreto ristori bis, fortemente voluto dalla Castelli, è un lavoro «che non può essere continuamente messo in discussione». E l’uso che se ne sta facendo lo ritengono un po’ strumentale, una sorta di scudo per tirarsi fuori dalla mischia e scaricare la colpa sugli altri. E questo gli attivisti l’avvertono e sgomitano. Per loro - questo il ragionamento - il Movimento in città ha più voti del Pd, un seguito che non è più quello splendente del 2018 dove sfiorarono il 50% alle politiche, però si collocano almeno intorno al 20 e pensano che la prima opzione del Movimento debba essere quella di piazzare un candidato grillino per Palazzo San Giacomo. E se fosse uno tra Fico o Di Maio vincere non sarebbe solamente un sogno.

Esce allo scoperto su questo tema Vincenzo Presutto, senatore napoletano del M5S: «È scaduto il tempo - racconta - ora deve venire fuori il nome unitario altrimenti il M5S a Napoli è forte e si gioca la sua partita con un suo candidato. I nostri attivisti hanno il sacrosanto diritto di sapere come stanno le cose, di avere informazione sulla vicenda del candidato sindaco. Altrimenti facciamo come sta succedendo a Roma e in altre città. Non si può più andare avanti in questo modo, o si va assieme oppure si va per la propria strada». 

Il momento è decisivo e sulla questione candidatura di Manfredi e di Napoli fa sentire la sua voce il governatore Vincenzo De Luca. «Per quello che mi riguarda è una persona di grande qualità e prestigio, potrebbe fare sicuramente un ottimo lavoro». Parole scandite a margine dell’iniziativa Ischia Covid free. Ai cronisti che gli chiedono se il no espresso dall’ex ministro sia definitivo, De Luca risponde così: «Chiedetelo a Manfredi, non dormo la notte con lui. Ognuno alla fine decide per sé».

Insomma, non sprizza entusiasmo il presidente della Regione, evidentemente anche lui come il suo partito è scottato dal gran rifiuto di Manfredi. Non ha dubbi, invece, nell’attacco al sindaco Luigi de Magistris sulle finanze dell’ente. «Il Comune ha realizzato il più grande disastro amministrativo d’Italia. Un disastro di 5 miliardi di debiti, una finanziaria di un Paese. E adesso purtroppo c’è gente che di fronte a questo disastro ci pensa trecento volte prima di candidarsi perché sa bene che non potrà muovere neanche una foglia».

Immediata la replica del sindaco: «Quanto afferma De Luca è completamente falso. Ho ereditato una città in dissesto dal suo partito, che ha governato per tanti anni, con i rifiuti al primo piano e mortificata dalla politica. Lascio una città sicura sotto il profilo finanziario, nonostante un miliardo e mezzo di tagli da parte dei governi che si sono succeduti e che, come ha dichiarato di recente anche il presidente dell’Anci, hanno prodotto leggi che hanno messo il piombo sui Comuni italiani».  

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino