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Ancora un magistrato in politica? Proviamo a sorprenderlo con questa domanda. Ma Catello Maresca - il pm che ha polverizzato i vertici del clan dei Casalesi con arresti e sequestri di beni per centinaia di milioni di euro - sorride e replica: «Lo so che è più trendy un mafioso che si candida, ma mi creda: un magistrato è meglio». Se non è un sì, poco ci manca. E così l'uomo che diede scacco matto a Zagaria, Setola & Co. per la prima volta espone la sua idea di una nuova Napoli, vista con gli occhi di un sindaco. Maresca è pronto a candidarsi.
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Allora, si candiderà a sindaco di Napoli?
«Leggo i giornali e ringrazio chi mi indica come candidato di destra, poi di sinistra, centro, sopra e sotto. Sono un uomo delle istituzioni, servo già la collettività occupandomi di giustizia. Non nego di ricevere mille sollecitazioni, inviti».
Se fosse il candidato a sindaco, a quale modello di città penserebbe?
«Sarei il candidato dei napoletani, non di una parte. Napoli non ha bisogno in questo passaggio storico drammatico di ulteriori guerre tra fazioni, ma di progetti chiari e realizzabili, di un cronoprogramma dettagliato e di una squadra competente fatta di eccellenze che si mettono a disposizione. Da anni parliamo di riconversione di Bagnoli e Napoli Est. Abbiamo assistito in un quarto di secolo allo svuotamento di ogni funzione di Fuorigrotta, all'abbandono delle periferie metropolitane: Barra, San Giovanni, Scampia, Secondigliano. L'intera area Nord, l'area occidentale e Flegrea come Pianura e Soccavo sono corpi estranei alla città.
Napoli esce da un periodo non facile. In uno stato di pre-dissesto finanziario, e con tutta una serie di problematiche aperte. Un'eredità complicata da affrontare e da gestire
«Direi che è vitale avere idee e progetti per Napoli. Occorre sfruttare l'occasione storica del Recovery Fund. Io già ora comincerei a discutere di Recovery Napoli. Ma questa discussione va fatta tra persone di buona volontà e di capacità operative in un contesto di collaborazione istituzionale seria. Regione, Comune, Governo e Parlamento devono lavorare per trovare risorse in grado di far ripartire la terza metropoli d'Italia ridotta in macerie, sepolta sotto miliardi di debiti. Ognuno dovrebbe riporre le legittime differenze e valorizzare l'unica cosa che ci unisce: Napoli. Bisogna costruire una città più giusta, solidale e inclusiva; la battaglia contro disparità e squilibri che contraddistinguono la nostra città si vince solo se restiamo uniti, superando quelle barriere ideologiche che impediscono valutazioni serene e scelte libere sui problemi da risolvere»
C'è comunque chi dirà: Ancora un magistrato sindaco? No grazie....
«Un magistrato è un cittadino come altri. Ha il diritto e anche il dovere di impegnarsi nella sua comunità al pari di altri. Nessuno è migliore di altri in ragione della professione che svolge o del conto in banca. Per quel che mi riguarda sono sempre stato un uomo libero ed intendo continuare a farlo. Se fossi un politico professionista proverei a capire perché più della metà dei napoletani da anni diserta le urne. A queste persone mi appellerei e le inviterei a tornare a scegliere la classe dirigente, offrendo loro progetti realizzabili non chiacchiere o sogni che svaniscono dopo le elezioni».
Con quale schieramento si presenterà? Sarà una civica o correrà con i partiti?
«Se dovesse essere, allora sarei il candidato dei napoletani. La questione, a mio avviso, non è se si candida o con chi si candida Maresca. Non ci sono Maradona in giro. Occorre una squadra per Napoli non contro qualcuno, né tant omeno contro i partiti. Una squadra a favore di Napoli. Io cercherei di essere disponibile al dialogo con tutti, a partire dal presidente della Regione, in un quadro di rispetto e collaborazione istituzionale».
Eppure si sa che lei è stato a lungo corteggiato dai leader del centrodestra.
«Da magistrato ho dialogato con qualunque forza politica che mi abbia richiesto opinioni o pareri su progetti di legge o riforme della giustizia. Perché il bene del Paese come quello di Napoli non ha colori politici, ma è sentimento comune. Il momento storico mi fa pensare che Napoli ha bisogno di una classe dirigente capace di trovare spazi di libertà attraverso un superamento almeno a livello locale degli steccati ideologici tradizionali. Maresca, dunque, è in campo da uomo libero. E assieme a tanti altri vogliamo cambiare la direzione di marcia di Napoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino