Sma Campania, Passariello si difende: «Mai preso soldi, accuse senza riscontri»

Due ore di interrogatorio per l'ex consigliere regionale, recluso nel carcere di Poggioreale

Luciano Passariello
Due ore di interrogatorio per spiegare che lui non c’entra nulla con gli addebiti che gli sono stati mossi dalla Procura e che gli sono valsi la misura cautelare degli...

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Due ore di interrogatorio per spiegare che lui non c’entra nulla con gli addebiti che gli sono stati mossi dalla Procura e che gli sono valsi la misura cautelare degli arresti. Luciano Passariello, ex consigliere regionale di Fratelli d’Italia e poi transitato in Forza Italia, è dallo scorso lunedì recluso nel carcere di Poggioreale.

Ieri mattina l’ex esponente del centrodestra ha ribattuto ad ogni accusa nell’interrogatorio che ha svolto ieri alla presenza dei pm Henry John Woodcock e Ivana Fulco, al cospetto del gip Antonio Baldassarre. Tutto ruota attorno al presunto meccanismo di corruzione che ruotava attorno alla Sma Campania, l’azienda in house della Regione Campania che si occupa di ambiente. Passariello, secondo l’accusa, faceva valere il suo ruolo di presidente della commissione d’inchiesta sulle società partecipate per farsi sovvenzionare, in cambio di appalti e lavori, la sua campagna elettorale e somme in nero. 

Difeso dall’avvocato Giuseppe Ricciulli, l’ex consigliere regionale si è dichiarato completamente innocente. «È Di Domenico ad accusarmi - ha spiegato Passariello - ma sui miei conti non c’è nulla di anomalo». La figura centrale di questo procedimento resta infatti Lorenzo Di Domenico, il principale accusatore di Passariello, il quale ha spiegato ai pm che è stato proprio grazie alla sponsorizzazione dell’allora consigliere regionale che è riuscito a diventare prima amministratore unico della Sma e poi consigliere delegato. Di Domenico - ha fatto notare Passariello con il suo collegio difensivo nel corso dell’interrogatorio - ha riconosciuto le sue colpe e ha patteggiato ottenendo una condanna a due anni. Ed è su questo punto che si è concentrata la difesa del legale di Passariello: da un lato c’è un reo confesso che ha già patteggiato la sua pena chiedendo il rito abbreviato nell’inchiesta “Dirty money”, dall’altro invece c’è chi, come l’ex consigliere regionale, si è proclamato sin dal primo momento innocente rispetto alle accuse. Agli atti, sul conto di Passariello, il meccanismo di aggiudicazione di diverse gare d’appalto, tra cui quella per la manutenzione dei veicoli della Sma, affidata a un’autofficina segnalata - secondo i pm - dallo stesso consigliere. In una conversazione intercettata e riportata nell’ordinanza, Passariello si rivolge proprio a Di Domenico dicendogli: «Secondo te perché io ti ho messo là (in Sma, ndr), se non per fare soldi?». Eppure, ha rilevato il legale di Passariello nel corso dell’interrogatorio, sui conti correnti dell’ex consigliere regionale non sarebbero stati trovati passaggi di danaro sospetti. Una difesa che punta da un lato sull’assenza di prove sui passaggi di soldi e, dall’altro, sull’inattendibilità delle accuse mosse da Lorenzo Di Domenico che, ormai, ha già saldato il conto con la giustizia ricevendo una condanna due anni. 

L’altra partita che dovrà ora giocare il collegio difensivo di Passariello è quella sulla misura cautelare del carcere. Dallo scorso lunedì l’ex esponente del centrodestra è infatti a Poggioreale perché, agli occhi del gip Antonio Baldassare, sarebbe concreto sia il pericolo di fuga che di reiterazione del reato. I legali di Passariello segnalano invece che nell’ambito di un altro processo ancora in corso che vede indagato l’ex consigliere regionale non è stato adottato alcun provvedimento restrittivo. Passariello, al di là di professarsi innocente, attende ora, almeno, di poter aspettare la celebrazione del processo quantomeno presso la sua abitazione.
 

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Il Mattino