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Marmi colorati e di grande pregio, mai prima trovati a Somma Vesuviana, provenienti da stanze ancora sotterrate; materiale vulcanico attualmente oggetto di studio ed ancora un’ambiente cilindrico sulla cui epoca sono in corso verifiche, la parte esterna di una grande cisterna, un pavimento rinvenuto in profondità che potrebbe risalire al primo secolo dopo Cristo. Secondo gli archeologi c’è ancora tanto da scoprire.
«Abbiamo una costruzione esterna che dobbiamo studiare e il margine di una grande cisterna collegato con un impianto di cisterna ancora più antico. Sono strutture pertinenti alla villa - dice Antonio De Simone, archeologo dell’Università Suor Orsola Benincasa - e che dunque danno della villa una dimensione molto più monumentale».
«Nella fase iniziale dello scavo c’era l’ipotesi che la villa romana di Somma Vesuviana fosse dell’Imperatore Augusto. Nel primo anno del nostro scavo, i colleghi vulcanologi hanno scoperto materiale vulcanico dell’eruzione del 472 d.C. a dimostrazione dunque che questa Villa è stata costruita dopo l’eruzione del 79 d.C. e dunque l’ipotesi iniziale sembrava tramontare. In questi ultimi 4 anni abbiamo invece fatto saggi più profondi, ad esempio dove non si trova il pavimento. Abbiamo trovato elementi architettonici più antichi. L’edificio si appoggerebbe direttamente ad un muro più antico e dunque siamo convinti che sotto potrebbe esserci qualcosa antecedente al 472 d.C.
E da qui parte un appello alla Regione: «Questo sito archeologico ha 20 anni di storia – ha affermato Salvatore Di Sarno, Sindaco di Somma Vesuviana nel napoletano – e grazie all’aiuto fondamentale dell’Università di Tokyo nella persona di Satoshi e all’archeologo Antonio De Simone, si sta cercando di valorizzare questo luogo che è il nucleo fondante di un qualcosa di veramente eccezionale che sicuramente è a Somma Vesuviana. Nonostante il fatto che la pandemia abbia tolto un grosso vantaggio - afferma Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana - che avevamo nelle attività di scavo è comunque emerso in poco tempo un qualcosa di unico. Si ritiene che questa area abbia testimonianze storiche sorprendenti. Si parla di una struttura che raccoglieva i flussi di acqua distribuendola, a quanto sembra, a diverse abitazioni di epoca romana. Dunque penso che a Somma Vesuviana ci sia un qualcosa di bello e di grande interesse non secondario ad altri siti presenti in Campania. Non basta Tokyo, non basta il Comune di Somma Vesuviana. E’ invece fondamentale l’aiuto da parte delle istituzioni sovracomunali in quanto ritengo che su Somma possa nascere un turismo non di prossimità ma un turismo che rimarrà nel tempo. Questo è quello che cercherò di fare nei prossimi anni».
«Siamo in presenza di una fucina densa di novità e non sappiamo ancora quali possano essere le altre sorprese provenienti da questa villa di epoca romana. Il mio è un invito alle istituzioni nazionali perché la Villa Romana di Somma Vesuviana è patrimonio di tutti – conclude Rosalinda Perna, assessore alla Cultura - e non solo sommese ma è un patrimonio nazionale. Invito il ministro Franceschini a venire a Somma Vesuviana, ad osservare cosa sta uscendo da questo scavo. Questo sito può arricchire il patrimonio nazionale. L’intera area ha bisogno di essere riqualificata e valorizzata ma da soli non è possibile. Abbiamo bisogno di un aiuto regionale o addirittura nazionale. La Villa Augustea è un sito con potenzialità che vanno oltre la nostra immaginazione e quindi abbiamo bisogno di aiuto perché come piccola realtà locale non possiamo fare tutto da soli. Oggi grazie all’Università di Tokyo oggi possiamo vedere e godere di queste bellezze e testimonianze storiche».
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