Sorrento. Neanche il depuratore di Punta Gradelle, in costruzione da 40 anni, risolverà i problemi dell'inquinamento del mare in penisola Sorrentina. Un balletto di...
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A porre rimedio a questa situazione non potrà certo bastare il tanto atteso depuratore: bisogna progettare, finanziare, costruire una nuova rete fognaria in tutti i comuni, un sistema venoso dove devono essere ben separate fognature e scoli di acqua piovana. Per capire cosa succede nel tratto di costa che va da Meta a Sorrento bisogna innanzitutto percorrere i cinque valloni che tagliano questa lingua di terra come fiordi, i soli baluardi di verde sottratti alla devastante cementificazione che ha fatto di Meta, Piano, Sant'Agnello e Sorrento un solo agglomerato i cui tentacoli partono dal costone sul mare e si avvicinano sempre più minacciosi alle colline retrostanti. E tutta questa crescita è stata senza pianificazione, senza la giusta valutazione dell'impatto ambientale che avrebbe avuto. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: alberghi, b&b, case vacanze, posti letto moltiplicati all'infinito e basta un poco di pioggia in più per mandare in tilt l'intero sistema. Si, un po' di pioggia. In Costiera esistono due zone note di confluenza di scarichi in mare e almeno un'altra mezza dozzina che possiamo definire di emergenza, che dovrebbero buttare in mare solo acqua piovana e che, invece, proprio perché non c'è una separazione netta tra le due fogne, finiscono per riversare in mare anche residui fecali. I due sistemi noti sono quello di Punta Gradelle a Meta e quello di Marina Grande a Sorrento.
Sono situati ai due estremi di questo lembo di costa. A Punta Gradelle finiscono i liquami della zona centrale e orientale di Sorrento, quelli di Sant'Agnello, quelli di Piano, quelli di Meta e quelli di Vico Equense. A Marina Grande, invece, finiscono quelli della zona occidentale di Sorrento. Finiscono, e poi? A Punta Gradelle è in costruzione un depuratore, quarant'anni di polemiche e attese. Non si capisce neanche se si tratta di un impianto aggiornato alle più moderne tecnologie o si sta andando avanti adeguando, dove è possibile, quello originale. Certo è che ora non si depura un bel niente e dopo una sommaria grigliatura finisce tutto nella condotta sottomarina che allontana i liquami a 500 metri dalla costa. L'impianto nuovo, quello che viene visto come un miraggio, si sta realizzando in una enorme caverna naturale all'interno di punta Scutolo. Un gigantesco anfratto collegato con il vecchio percorso della statale Sorrentina (per portare via i fanghi) e, soprattutto collegato con un collettore unico in cui far confluire i liquami dei comuni costieri. E qui sono cominciati i problemi, quelli più seri. Per contenere il collettore, un incavo a U, è stata scavata trent'anni fa una galleria a mezza costa nel tufo. Un tunnel che partendo dalla curva a gomito della strada che conduce al porto di Sorrento, arriva fino a Punta Gradelle a Meta. Un budello percorribile anche con una piccola vettura. Questa infrastruttura, realizzata a suo tempo dal Consorzio acquedotto della penisola Sorrentina è l'unico vero impianto funzionante e, evidentemente sottodimensionato, vista l'enorme espansione edilizia. Nel collettore finiscono i liquami e, in caso di pioggia, anche l'acqua piovana raccolta sui tetti, sui terrazzi, in strada. Il risultato? È che il collettore trabocca, non riesce a incamerare tutto e, attraverso dei fori nel costone tufaceo o attraverso i valloni, riversa in mare acqua piovana e acque nere. Tutto quello, insomma, che non riesce a transitare nel collettore unico.
A questo punto bisogna anche dire che a questo impianto andrebbe garantita una manutenzione costante.
Il Mattino