Napoli, Sos delle associazioni: «Candidiamo la Bayard tra i luoghi del cuore Fai»

Napoli, Sos delle associazioni: «Candidiamo la Bayard tra i luoghi del cuore Fai»
«Salviamo la stazione Bayard dal degrado». L’appello è dell’associazione Aige (Associazione informazione giovani Europa), che ha candidato la prima...

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«Salviamo la stazione Bayard dal degrado». L’appello è dell’associazione Aige (Associazione informazione giovani Europa), che ha candidato la prima stazione ferroviaria Napoli-Portici inaugurata nel 1839 e oggi ridotta a un rudere in corso Garibaldi al decimo censimento de «I Luoghi del Cuore» promosso dal Fondo Ambiente Italiano. In base al concorso il Fai si impegna a intervenire su alcuni dei luoghi più votati, attivandosi per sostenere sul territorio azioni di recupero, tutela e valorizzazione, anche attraverso la possibile erogazione di contributi. La candidatura assume un valore ancor più significativo, perché la scadenza è al 31 dicembre e in ballo c’è la tutela di un sito dal grande valore storico e culturale, che da decenni attende di essere restituito alla collettività. Più volte negli ultimi anni si era parlato di un recupero, ma tutto è fermo per un contenzioso tra il Comune e Ferrovie dello Stato.


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«Abbiamo la grande ambizione di restituire alla città una testimonianza importante di quelli che sono stati i grandi primati di Napoli - dice Luigi Rispoli, presidente dell’associazione - Consideriamo il recupero della stazione Bayard non solo una fondamentale opera di salvaguardia della nostra identità, ma anche una possibile occasione di sviluppo per una delle zone che maggiormente soffre di una situazione di degrado e disagio sociale». Recuperare il sito destinandolo ad una attività museale può essere, a detta dell’Aige, anche l'occasione per creare occupazione e far crescere l'economia di quell’area. «L’iniziativa del Fai ci è sembrata una ulteriore opportunità per portare all'attenzione di cittadini e istituzioni la necessità di ridare dignità a quelle che oggi sono solo macerie ma che un tempo hanno scritto una pagina importante della storia di Napoli», conclude Rispoli. 
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Il Mattino