Strage del bus in Irpinia, una stele ricorda le vittime del viadotto Acqualonga

Strage del bus in Irpinia, una stele ricorda le vittime del viadotto Acqualonga
Otto anni e un ricordo che resta vivido nelle menti di chi ha vissuto quella tragica notte. E da ieri ci sarà una sentinella a custodire quel ricordo. Nel punto preciso al...

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Otto anni e un ricordo che resta vivido nelle menti di chi ha vissuto quella tragica notte. E da ieri ci sarà una sentinella a custodire quel ricordo. Nel punto preciso al di sotto del viadotto Acqualonga dell'autostrada A16 dove precipitò il pullman la sera del 28 luglio del 2013 costando la vita a 40 persone dirette a Pozzuoli e di ritorno da un pellegrinaggio a Pietrelcina, è sorto il Giardino della memoria. Ieri il taglio del nastro dell'opera nata da un concorso d'idee promosso nel 2018 dal comune di Monteforte Irpino e dall'Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino. Il progetto del giovane architetto siciliano, Germano Schillaci, è costituito da una piattaforma che accoglie l'opera scultorea Il Guardiano della memoria caratterizzante il monumento e realizzata dal maestro Antonio Di Rosa. Alle spalle si dipartono 40 aste, ciascuna con la sua altezza testimonia l'età delle vittime. Sullo sfondo un altare al cui interno trovano rifugio gli oggetti personali che furono ritrovati immediatamente dopo l'incidente.



Il Guardiano della memoria rivolge lo sguardo verso Pozzuoli: «Nasce tutto dall'immagine di una barriera jersey attorcigliata» spiega Di Rosa. «Quella barriera è il dolore, ma che riesce a placarsi in quello sguardo di serenità che si staglia e si rivolge verso Pozzuoli». Di Rosa ha contribuito alla scelta della successiva soluzione progettuale di Schillaci: «Non mastodontica ma comunque riconoscibile e significativa». Il nastro non poteva che essere tagliato da Arianna, una degli 8 sopravvissuti di quel disastro. All'epoca aveva appena 10 anni. Era con sua nonna che persa la vita. Le sue cicatrici, più che sul suo corpo, sono tutte nella memoria di quegli attimi: «Non è la prima volta che ritorno qui. Oggi è stato come ricordare tutto di nuovo. È stata una tragedia personale, ma che ha segnato profondamente la mia città. Nel mio dolore c'è il dolore e il ricordo di un'intera comunità».

Significativo l'intervento di Roberto Gerundo, professore di Tecnica Urbanistica alla facoltà di Ingegneria Civile dell'Università di Salerno, nella circostanza rappresentante del comune di Pozzuoli in qualità di assessore al governo del territorio. Il sindaco Figliolia, impegnato in un'analoga commemorazione a Pozzuoli, ha lasciato a lui il compito di ringraziare la comunità di Monteforte Irpino: «Quello che è stato realizzato non era necessariamente dovuto. Il sindaco e la comunità di Monteforte hanno fatto propri il dolore di Pozzuoli. L'opera ha la valenza di un monito. È una tragedia frutto dell'incapacità dell'uomo, del suo modo di governare il territorio, i beni pubblici, così come accaduto per il ponte Morandi. L'incompetenza, la trascuratezza, la sottovalutazione degli elementi più minimali di sicurezza è la stessa. Questo monumento, insieme agli esiti alla vicenda giudiziaria in itinere, dovrà essere di insegnamento per tutti noi che ci occupiamo transitoriamente della cosa pubblica e che dobbiamo tenere in conto la sicurezza dei cittadini nella fruizione del territorio».

 

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Il Mattino