Da poche settimane aveva cominciato a collaborare con i magistrati rivelando i nomi dei componenti di una sorta di gruppo di fuoco a cui Cosa nostra si rivolgerebbe da tempo per...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una morte tutta da decifrare quella di Ciro Carrello, 26 anni, nato a Napoli ma residente a Bagheria, arrestato a novembre nell'ambito di una inchiesta sui favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro che coinvolse anche il marito della nipote del padrino latitante. I magistrati vogliono vederci chiaro e indagano per capire se si sia trattato di un suicidio o se qualcuno abbia voluto eliminare l'aspirante pentito. Per lui l'accusa era di rapina aggravata dall'avere favorito Cosa nostra: insieme a un gruppo di complici derubò un deposito della Tnt di Campobello di Mazara di proprietà di una ditta riconducibile a Cesare Lupo, uomo d'onore fedelissimo dei boss Graviano.
Al pm Carlo Marzella, che lo ha arrestato a novembre, Carrello avrebbe cominciato a raccontare i particolari di una serie di colpi eseguiti da una banda che farebbe capo ai clan.
Il Mattino