«Gli artisti di strada sono una risorsa del paese e della città. Sono cultura al pari del teatro San Carlo». Lo annunciava il sindaco de Magistris...
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«Stavo suonando sul lungomare - ha raccontato l'uomo - quando il proprietario di un ristorante si è avvicinato e mi ha intimato di andare via perché, secondo lui, infastidivo i clienti. Io in verità ero ad oltre trenta metri dal suo locale, come prescrive il regolamento comunale, e il mio piccolo amplificatore era impostato a bassa potenza proprio per non dar fastidio a nessuno. Volevo solo guadagnarmi da vivere onestamente facendo il mio lavoro - prosegue - ma evidentemente a Napoli non è consentito. I vigili urbani, allertati dal ristoratore che non ha voluto sentire ragioni, mi hanno chiesto di allontanarmi di qualche metro, cosa che ho fatto puntualmente per evitare ulteriori liti, ma nemmeno questo è bastato».
Il giorno successivo, infatti, i vigili urbani hanno comminato la pesante sanzione amministrativa verso la quale, però, Iermano ha già annunciato ricorso. Nel verbale consegnato dai vigili urbani, infatti, si fa riferimento alla mancata presentazione della certificazione di impatto acustico. Il regolamento che disciplina la materia, al comma 4 dell'articolo 7, precisa che agli artisti di strada è consentito l'utilizzo di piccoli amplificatori, purché non venga disturbata la pubblica quiete. Difficile immaginare che un piccolo amplificatore da 100 watt, usato da un artista che si esibisce con una chitarra classica in un luogo iper affollato come il lungomare partenopeo alle 22 del sabato che coincideva con la Festa della Repubblica, possa aver disturbato la pubblica quiete. Sarà proprio questo, con ogni probabilità, il cavillo che consentirà a Iermano di vincere il ricorso.
«Sono deluso - ha spiegato il musicista - perchè il lungomare di Napoli è un ricettacolo di venditori di cover "pezzotte", di romeni che questuano e di ragazzi africani che suonano con tanto di rumorosi tamburi. Solo a me è stata comminata una sanzione che ritengo profondamente ingiusta e contro la quale farò ricorso, questo perchè probabilmente mi sono inimicato i ristoranti che, sul lungomare, fanno il bello e il cattivo tempo. Mi fa ancora più male in una città dove il lavoro degli artisti di strada è visto come un lavoro importante per favorire la rinascita culturale. Avevo proposto di continuare a suonare abbassando ulteriormente il volume, ma non mi è stato permesso. Evidentemente i regolamenti del Comune valgono solo per poche persone, altri possono suonare tranquillamente come e quanto vogliono».
Lungi dal rassegnarsi, però, Pierpalo ha annunciato di voler chiedere l'intervento diretto del sindaco de Magistris, dell'assessore Alessandra Clemente e dell'assessore Nino Daniele: «Voglio un incontro con il sindaco di Napoli - l'appello di Iermano - per spiegargli la situazione e chiedere la revoca di questa sanzione così ingiusta. Io non stavo facendo niente di male e volevo solo poter lavorare senza disturbare nessuno. Ho rispettato il regolamento del Comune e ho cercato di venire incontro alle richieste dei ristoratori del lungomare e dei vigili urbani. Questo non è bastato a farmi evitare una multa da 1000 euro. Se il nostro lavoro veramente è importante per la città - ha poi concluso - il sindaco lo dimostri mettendoci nelle condizioni di poterci esibire senza rischiare di essere sanzionati senza alcuna giustificazione».
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Il Mattino