Resistenza agli antibiotici, è allarme in Campania, Sicilia e Calabria, dove si registrano consumi di questi farmaci quasi doppi rispetto al Nord Italia. Secondo...
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Circa la metà di questi si è concentrata nei soli reparti di terapia intensiva (20,60% dei casi), medicina (15,33%) e chirurgia (14,20%). È il quadro, poco roseo, emerso oggi durante il secondo incontro pubblico di 'Donne che Sannò, dal titolo «Sapere sull'antibiotico resistenza. Come difendersi dalle minacce del futuro e proteggere i nostri bambini?», promosso da Fondo Mario e Paola Condorelli e L'Altra Napoli con il patrocinio di Regione e Comune, sede della Società di storia patria a Napoli. «Non sempre i medici di famiglia - ha premesso Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Napoli - sono in grado di valutare l'opportunità dell'uso degli antibiotici perché sono posti di fronte al dilemma fra certezza e sospetto della malattia, a causa dei familiari che richiedono una diagnosi rapida e una pronta guarigione. Occorre una generale rieducazione all'uso degli antibiotici, iniziando opportunamente dalle scuole. Faccio un appello alle 'Donne che Sannò - sottolinea - perché le vaccinazioni, su cui oggi tanto si discute, si fanno per curare soprattutto una serie di infezioni, sulle quali si interviene poi con gli antibiotici. È importante che le donne diffondano la cultura delle vaccinazioni».
Sorveglianza, controllo delle infezioni, uso corretto degli antibiotici, comunicazione e ricerca sono i temi su cui si sono confrontati gli esperti. «Fino agli anni Duemila - afferma Francesco Rossi, professore ordinario di Farmacologia all'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli - è stato grande l'impegno dell'industria sulla produzione di antibiotici, impegno che è stato trascurato negli ultimi 15 anni.
Il Mattino